di Lorenzo Ugolini
Percorrendo una delle arterie più importanti della nostra città, quale è la tangenziale Ovest, non passa inosservato un complesso di costruzioni in laterizio, volgarmente le potremmo definire "ciminiere" che fregiano il panorama del fiume Mella, all'altezza di Ponte Crotte. Il termine "Crotte" costituisce l’espressione linguistica lombarda del termine "Grotte", in riferimento alla similitudine morfologica di queste strutture conoidali con grossi portali di accesso alla base, con le più note naturali conformazioni geologiche delle grotte.
In questo caso le “Crotte” sono le tre fornaci che si trovano in prossimità del fiume Mella, all’altezza appunto del Ponte Crotte, antico ponte di origini Romane.
Producevano la Calce fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. Da allora sono considerate monumento nazionale, ma praticamente sono abbandonate a sè stesse e il loro degrado è ben visibile agli occhi di chiunque passi da quelle parti.
Costruite intorno al 1885 (prima rivoluzione industriale lombarda) dalla famiglia Giacoletti, che nel medesimo lotto costituì la propria residenza. Le strutture sono costituite da laterizi ad andamento concentrico e rastremato al salire dell'altezza, con rafforzi esterni costituiti da una incastellatura di legno.
La forma conica, dalla notevole altezza, culmina con un comignolo a stringere sulla sommità. Sostanzialmente dal portale posto alla base, si caricavano le pietre di calcare ricavate in prossimità del fiume e da queste ne ricavavano la Calce.
Purtroppo, però. queste affascinanti costruzioni, chiaro emblema dell'avvio di quella che sarà la potente industrializzazione di Brescia, portano i segni del degrado: queste strutture sono sì vincolate dal Ministero dei beni culturali, il che impedisce la demolizione per fare spazio a lucrose speculazioni edilizie, ma sono comunque di proprietà privata, con la difficoltà della stessa nel preservare questi monumenti industriali.
Di conseguenza, un atteggiamento di noncuranza perpetuato in tale maniera, porterà in pochi anni alla trasformazione delle Crotte allo stato di rudere, e con esse un altro pezzetto di storia della nostra identità svanirà.
Non si intende disquisire su responsabilità o su sbagliati comportamenti che affondano nel malcostume italiano, certo è invece il bisogno di maggiore consapevolezza sul rispetto e sul vero valore del patrimonio edilizio e storico che questa città porta con se; patrimonio che puntualmente si fatica a gestire appropriatamente come in altri casi ben noti anche per l’impatto ambientale negativo che arrecano al territorio.