di Gabriella Paci
INDAGINE CONOSCITIVA
L’Italia attraversa da tempo una crisi economica che la diffusione della pandemia prima e la presenza della guerra ora ha acuito in modo esponenziale.
La Caritas italiana nel suo rapporto “Sulla povertà ed esclusione sociale in Italia” ci parla del 2020 come l’anno dei nuovi poveri riferendosi a quelle persone che sono cadute in povertà nel corso degli ultimi 12 mesi a causa della pandemia e che risultano essere il 44% in più. Anche la percentuale dei poveri cronici è cresciuta di quasi del 28%.
La Caritas ha supportato nel 2020 quasi due milioni di poveri e questa quota è arrivata ora al valore record di 5/6 milioni con una maggiore incidenza nel sud (9,4%) ma in crescita preoccupante anche nel centro nord (dal 5,8% al 7,6%).
Vari organismi internazionali e l’Istat ci dicono che ci siamo di gran lunga allontanati dagli obiettivi dell’Agenda 2030 di Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e questo gap tende ad aumentare, anche in conseguenza della recente guerre Russia-Ucraina.
Lo svantaggio economico colpisce di più i minori e gli under 30 rispetto agli over 65 che godono di una pensione. Tra i minori sono soprattutto ragazzi e adolescenti a sperimentare le maggiori criticità, in particolare le fasce 7-13 anni e 14-17 anni. Il Rapporto Caritas fa emergere anche importanti differenze legate all'età: per i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni le nuove povertà pesano per il 57,7%.
La crisi sanitaria, con la drastica diminuzione dei posti di lavoro e la guerra, con il vertiginoso aumento dei costi delle materie prime e dell’energia ha peggiorato ulteriormente un trend che non pare destinato a diminuire dimostrando il fallimento della globalizzazione spinta.
In sintesi tutto questo si traduce, per le fasce più deboli, famiglie con un solo stipendio e figli a carico, con la difficoltà di reperire generi alimentari e indumenti necessari, cure mediche a e altro, e dunque, di condurre una vita in cui si possano soddisfare bisogni alimentari sociali e sanitari essenziali.
Inutile ricordare che sempre più persone ricorrono alla Caritas per avere pacchi con del cibo o un pasto.
STRATEGIE
Oltre ad una politica di sostentamento delle famiglie indigenti, occorre procedere con una politica di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili per potersi svincolare dal gas russo e incrementare la produzione agricola con il recupero di zone incolte, l’utilizzo dei mezzi tecnologici, la creazione di bacini per contenere l’acqua piovana e l’incremento delle bio-diversità anche come contrasto alla siccità e ai cambiamenti climatici.
L’Italia - riferisce Coldiretti - è un Paese deficitario per quando riguarda il cibo: produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora, mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di auto approvvigionamento.
Gli interventi prefissati sono assicurati attraverso un intervento strutturale di 180 milioni annui sulla “Quota servizi” del Fondo povertà.
Inoltre il decreto legge n. 4 del 2019 che ha istituito il Reddito e la pensione di cittadinanza, ha assorbito il REL o reddito di inclusione per contrastare la povertà e l’esclusione sociale e che da Aprile 2019 non è stato rinnovato. La quota restante è stata destinata al rafforzamento e alla programmazione di interventi e servizi sociali (Quota servizi).
È stato inoltre istituito il Reddito di Emergenza o REM per far fronte all’emergenza sanitaria, della durata di 2 mesi da destinare alle famiglie con gravi bisogni economici ma, nonostante tutto la povertà non accenna a mostrare decremento nel suo progredire.