di Gabriella Paci
Putin ha scritto un saggio storico a dimostrazione dell’unità di Russia e Ucraina come giustificazione della sua invasione di conquista o, se vogliamo, riconquista di questo territorio.
Ma vediamo di capire la geografia e la storia dell’Ucraina per renderci conto di quanto sta accadendo.
L’uomo di Neanderhal, circa 50 mil anni fa, si era stanziato sulle rive nord del mar Nero, dove poi si ebbero le prime colonie greche. Stanziamenti ci furono anche nelle steppe e foreste orientali e centrali.
Erodoto, il primo vero storico del V sec. a. C. poco sapeva di quei popoli considerati “barbari”: li distingueva però dai popoli occidentali.
Nei secoli successivi l’Ucraina fu terra di popoli nomadi e seminomadi come Goti, Unni, Bulgari ma anche di stanziamenti delle popolazioni slave che occuparono la parte nord e occidentale. Essi praticavano l’agricoltura, l’allevamenti e attività come la lavorazione della ceramica e la tessitura, fondando città tra le quali Kiev.
Con il tempo e l’apporto dei vichinghi della Scandinavia, Kiev diventò un importante centro commerciale. Una serie di principati che ruotavano attorno a Kiev venne chiamata dagli storici ottocenteschi “Rus”: indicava dunque un insieme di entità statali prive di una istituzione comune centralizzata, che occupavano una estensione enorme: dal Mar nero alla Finlandia.
Apice della potenza di Rus fu intorno al 1000 quando c’erano re Volodymyr di Kiev (diventato san Vladimiro) e re Yaroslav il saggio che dette un codice di leggi agli Slavi. Dopo la morte di quest’ultimo iniziò il declino dovuto a lotte interne e tra principati e alle invasioni mongoliche ad est.
Re Yaroslav è ritenuto identità nazionale sia dagli ucraini sia dai russi che ne stampano l’effige sulle loro banconote; i primi con i baffi da cosacco, i secondi con la barba tipica degli zar.
I territori della Rus finirono per essere accorpati al granducato di Lituania e nella confederazione polacco-lituana.
La Rus di Kiev ha un’eredità storia che è importante per il popolo ucraino mentre Putin la considera parte della stessa Russia attuale, anche se allora Mosca non esisteva né tantomeno l’impero degli zar.
Lo storico Sergei Plokhy scrive nel suo libro The Gates HYPERLINK "https://wcfia.harvard.edu/publications/gates-europe-history-ukraine"of HYPERLINK "https://wcfia.harvard.edu/publications/gates-europe-history-ukraine" HYPERLINK "https://wcfia.harvard.edu/publications/gates-europe-history-ukraine"Europe:
Chi è il legittimo erede della Rus’ kievana? Chi detiene le proverbiali chiavi per Kiev? Queste domande hanno preoccupato la storiografia sulla Rus’ negli ultimi 250 anni. Inizialmente il dibattito si concentrò sulle origini dei principi – erano scandinavi o slavi? – e poi, da metà Ottocento, si ampliò comprendendo la contesa russo-ucraina. Nell’800 gli zar ebbero il imore che l’Ucraina si rendesse autonoma e vietarono qualunque sviluppo culturale e letterario di quella lingua e degli usi locali. Nonostante la repressione gli ucraini cercarono di rendersi indipendenti, specie durante la Prima guerra mondiale, quando l’impero zarista era più debole.
Con la proclamazione delle repubbliche socialiste sovietiche, lo stesso Lenin concepì un insieme di stati alla pari tra loro ma Stalin, successo a Lenin, cambiò tali progetti e pensò di unificare il più possibile il territorio.
Nel 1991 l’Ucraina proclamò l’indipendenza come stato sovrano avviandosi faticosamente verso la democrazia anche se al suo interno c’erano e ci sono due fazioni di cui una si vuole appoggiare alla Russia come partner commerciale e una tende invece a volersi unire all’Europa. Nel 2004 il candidato filo-europeo Viktor Yushenko fu sostenuto nella sua vittoria dagli ucraini in massa rivoluzione arancione) e nel 2008 l’unione europea si disse disponibile in un futuro, ad accogliere l’Ucraina nella Nato ed è questa promessa che Putin ha visto come una minaccia di spansione dell’occidente a suo danno.
Viktor Yushenko fu tuttavia contestato quando nel 2013 non accettò un conveniente accordo economico con l’Europa e in particolare per il suo atteggiamento filo-russo: nel 14 lo stesso leader scatenò un’ondata di repressioni a Kiev ma poco dopo, ccusato di tradimento, dovette lasciare il Pese e fu sostituito da Arseniy Yatsenyuk.
Putin definì un colpo di stato incostituzionale e una presa del potere militare», e poco dopo invase e occupò militarmente la Crimea. Contestualmente, le regioni (oblast) di Luhansk e di Donetsk, nella zona del Donbass, uscirono dal controllo dello stato ucraino perché la Russia sobillò ed armò i separatisti. Qui dall’indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991 (per cui votò la maggioranza della popolazione ucraina, anche nell’est del paese) gran parte della popolazione che non ha migliorato le condizioni di vita, anche a causa della chiusura di miniere di carbone, parla il russo e studia la versione della storia secondo l’ideologia della Russia: è perciò favorevole a unirsi alla Russia.
Nel 2015 si pose fine agli scontri con la promessa di maggiore autonomia alle regioni ribelli purchè tornassero all’Ucraina ma il trattato di Minsk non fu mai rispettato.
Il governo ucraino aveva definito le due repubbliche autoproclamate «territori temporaneamente occupati» (dalla Russia). La Russia invece parlava del conflitto nell’est dell’Ucraina come di una guerra civile e anche se ufficialmente le due regioni erano gestite da leader ucraini, la Russia esercitava già un forte controllo. Chi viveva nelle due repubbliche autoproclamate era invitato a richiedere la cittadinanza russa e abbandonare quella ucraina e poteva votare alle elezioni russe pur non avendo la cittadinanza vera e propria.