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Algieri, Confcommercio Cosenza: la situazione sta diventando insostenibile per  le nostre imprese. Sono necessari interventi mirati per impedire  ulteriori rincari. Le imprese sono già piagate dall’emergenza covid.  Devono essere aiutate. 

Il caro energia sta colpendo pesantemente le  imprese del commercio, della ricettività e della ristorazione che nel 2022,  nonostante le misure di contenimento già adottate dal Governo, dovranno  sostenere un aumento della bolletta energetica con una spesa complessiva  per gas ed elettricità che passerà da 11,3 miliardi di euro del 2021 a 19,9  miliardi (+76%) Un conto salatissimo per 1 milione di imprese: le più  colpite dalla pandemia e che ora rischiano in tantissime la chiusura anche  a causa dei rincari energetici.

E’ quanto emerge da uno studio di Confcommercio, svolto in collaborazione con Nomisma Energia, sugli effetti  del caro-energia sulle imprese del terziario. 

In particolare – prosegue la nota - per l’elettricità, le imprese di questi  settori, con un consumo complessivo di 22 miliardi di chilowattora, con le  nuove tariffe in vigore dal 1° gennaio, vedranno aumentare la bolletta da  7,4 miliardi di € nel 2021 a 13,9 nel 2022.

A questa spesa si deve poi  aggiungere quella, altrettanto pesante, per il gas che, con un consumo complessivo di 5 miliardi di metri cubi, vedrà la bolletta aumentare da 3,9  miliardi € nel 2021 a 6 miliardi nel 2022.  

Nel dettaglio dei singoli settori, gli aumenti medi, su base annua, sono i  seguenti: per gli oltre 30 mila alberghi italiani la spesa per la bolletta  elettrica passerà da 49 mila € a 79 mila €, un aumento del 61% solo in  parte mitigato dalle offerte a prezzo fisso che qualcuno è riuscito ad  ottenere sul mercato libero. 

A questo poi si aggiunge la bolletta del gas che passa da 10 mila a quasi  20 mila €. Per un albergo tipo (con consumi di 260 mila chilowattora/anno  di elettricità e 18 mila metri cubi di gas), la spesa annua passa da 59 mila  € a 98 mila €. 

Pesanti aumenti si registrano anche per i 140 mila bar d’Italia, la cui  bolletta elettrica passerà in media da 4 mila a 7 mila € per salire, con il  costo del gas, da 5 mila a 10 mila € in totale. Anche i quasi 200 mila  ristoranti registreranno una maggiore spesa elettrica che passerà da 7  mila a 12 mila € che, con il gas, farà segnare un maggiore costo totale che  da 11 mila € salirà fino a 19 mila €. 

Per gli oltre 200 mila negozi alimentari, che usano molto l’elettricità per  la refrigerazione degli alimenti, la bolletta elettrica passerà da 15 mila a 24  mila €, mentre i costi del gas, usato per lo più per il riscaldamento dei locali,  passeranno da 1.300 a 2.300 €, con il totale che salterà così da 16 mila a 26 mila €.

I circa 440 mila negozi non alimentari, la categoria più numerosa,  avranno una bolletta energetica, fra gas ed elettricità, che passerà da 5  mila a 7 mila €, con l’incremento maggiore dovuto all’elettricità.  

Se non bastasse, negli ultimi giorni si è “risvegliato” anche il petrolio la cui  quotazione, dopo mesi di sostanziale stabilità, è arrivata a 87 dollari per  barile, massimo da oltre 7 anni e circa il 60% in più rispetto ad un anno fa.  Aumento che ha trascinato al rialzo anche il prezzo del gasolio diesel,  impiegato dall’autotrasporto per la logistica di tutti i beni che arrivano ai  consumatori finali, che tocca oggi nuovi picchi a 1,65 € per litro, massimo  anche questo da metà 2014, superiore di 35 centesimi rispetto ad un anno  fa.

Per il settore dell’autotrasporto, che consuma circa 20 miliardi di litri  di gasolio all’anno, questi aumenti significano un maggior costo su base  annuale pari a 7 miliardi di €. D'altra parte, sul fronte dei carburanti  alternativi, la crescita vertiginosa dei prezzi del Gas Naturale Liquefatto  (GNL), che in un anno sono più che raddoppiati, rende, di fatto,  economicamente inutilizzabile tale soluzione, con tanti veicoli con tale  alimentazione, sostenibili e di recente acquisto, costretti paradossalmente  a rimanere fermi nei piazzali delle imprese. 

Si tratta di aumenti insostenibili destinati ad incidere sull’inflazione e ad  indebolire la dinamica dei consumi. Per contrastare il “caro bollette”,  servono misure strutturali. In particolare, occorre affrontare il tema della  riduzione della dipendenza dalle forniture estere. Inoltre, va avviata la  riforma della struttura della bolletta elettrica, anche affrontando il nodo  degli oneri generali di sistema.

E vanno messe in campo misure per  compensare gli impatti negativi dell’aumento dei prezzi dei carburanti su  tutta la filiera del trasporto e della logistica. E’ necessario un percorso di  transizione energetica che consenta di tenere insieme innovazione  tecnologica, rispetto dell’ambiente, benefici occupazionali ed economici per  cittadini e imprese.

E va attentamente valutato l’impatto del pacchetto  europeo “Fit for 55”: vi è il rischio che, in assenza di correttivi, i costi della  transizione risultino insostenibili per le imprese.

 

 

 

 

 

 

 

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