Confapi Calabria e il suo presidente Francesco Napoli, accolgono il grido disperato dell’imprenditore reggino, Tiberio Bentivoglio, che da 30 anni porta avanti la sua lottaontro la ndrangheta, pur avendo subito 7 attentati e un tentato omicidio.
L’imprenditore anti-pizzo, vivo per miracolo, non ha mai mollato. Intervenuto ieri nella trasmissione: “Buongiorno Regione” su Rai 3, ha reso pubblica la sua lettera al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Quello che adesso Bentivoglio non può accettare è l'ipoteca sulla sua casa. "Ho accettato tutto negli ultimi 30 anni - dice - ma non posso permettere che i miei figli rischino di andare a finire sotto un ponte".
Francesco Napoli, da sempre attento all’importanza della legalità, che da pochi giorni ha siglato un accordo storico tra imprese e Arma dei Carabinieri, vuole mostrare vicinanza al collega, recentemente incontrato con la responsabile di Confapi Città metropolitana di Reggio Calabria, Susanna Quattrone, ha ribadito l’assenza delle istituzioni in vicende decennali come questa.
“Le parole dell’imprenditore Tiberio Bentivoglio, un grido d’allarme che non può rimanere inascoltato. Non possiamo permettere che Bentivoglio, testimone di giustizia e vittima degli attentati da parte della ndrangheta, combatta in solitudine la sua battaglia. La burocrazia, con le sue endemiche inefficienze, è oggi percepita come un ulteriore ostacolo all’attività di impresa, un punto di fragilità del sistema. Le istituzioni hanno il dovere di sostenere gli imprenditori che hanno il coraggio di denunciare. Solo così si potrà dare inizio ad un processo di rinnovamento e di riscatto di una terra martoriata dalle continue vessazioni da parte della criminalità organizzata. Noi di Confapi Calabria, siamo con Tiberio Bentivoglio e vogliamo fargli sentire tutta la nostra vicinanza”.