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di Alessandro Porri

Mancano davvero pochi giorni all’inizio di quelle che potremo definire tra le olimpiadi più tormentate della storia. Il covid sta rendendo veramente difficile organizzare in modo classico questa che è la manifestazione sportiva più importante da sempre. Quella di Tokio, nonostante tutto, non è certo la manifestazione a cinque cerchi più travagliata della storia, spesso infatti la politica è entrata a gamba tesa su questa festa dello sport mondiale.


Era il 1936, l’edizione era quella di Berlino. Hitler ed il suo partito nazista avevano spinto forte su questa manifestazione innalzandola a simbolo assoluto della presunta superiorità della razza ariana. Il Cio obbligò la presenza degli ebrei al punto che la schermitrice Helene Mayer, ebrea, difese i colori della Germania fascista. Più di ogni altra cosa però ricordiamo tutti le quattro medaglie d’oro del superlativo Jesse Owens, afroamericano, che da solo riuscì nell’impresa di distruggere il tentativo tedesco di dimostrare la propria superiorità. Hitler assolutamente infastidito da questo rifiutò di consegnare le medaglie all’atleta cosa che fece per gli altri vincitori di quella edizione. Più tardi, ripreso proprio da altri membri del partito che lo accusarono di dimostrare le proprie debolezze, il fuhrer decise di incontrare l’atleta americano sfoggiando un sorriso di circostanza.
1948, Londra. Era da poco terminata la Seconda guerra mondiale, il Cio ed il comitato organizzatore decisero che Germania e Giappone non rappresentavano lo spirito olimpico e furono arbitrariamente escluse dai giochi, la Russia, che invece venne invitata, rinunciò autonomamente. Si narra che ai prigionieri di guerra tedeschi fu fatta costruire, come una sorta di lavori forzati, la diramazione della metro che raggiungeva lo stadio di Wembley centro nevralgico dei giochi di Londra.
Era 1956 quando i giochi fecero tappa a Melbourne. Proprio in quell’anno truppe di Israele invadevano l’Egitto provocando un conflitto importante e sentito in tutta la zona di Suez. Egitto, Iraq e Libano boicottarono i giochi per protesta contro tale invasione spalleggiata e sostenuta da alleati in varie parti del mondo. Poco dopo fu la volta dei sovietici che invasero l’Ungheria proprio poche settimane prima dell’inizio della manifestazione tra il silenzio generale. Olanda, Spagna e Svizzera si ritirarono dai giochi, l’Ungheria partecipò, storica rimase la partita di pallanuoto contro la Russia passata alla storia come lo scontro di pallanuoto più violento di sempre.


A fine partita la vittoria fu degli ungheresi che poi conquistarono l’oro e rientrarono in patria da eroi. I sovietici furono costretti ad uscire scortati dalla piscina inquanto gli spettatori si fecero sempre più minacciosi al punto di circondare da presso lo specchio d’acqua ben oltre gli spalti a loro destinati.
Siamo a Città del Messico, è il 1968. Pochi giorni prima della cerimonia di apertura dei giochi, studenti messicani organizzano manifestazioni di piazza, accusando il governo di aver tolto i soldi stanziati per i programmi sociali per destinarli allo svolgimento dei giochi. L’esercito reagì in modo folle sparando sulla folla ed uccidendo circa 200 ragazzi (il numero preciso resta ancora sconosciuto) per quello che passò alla storia come il massacro di Tlatelolco. Fu quella l’edizione in cui i velocisti americani Tommie Smith e John Carlos protestarono apertamente contro il modo in cui venivano trattati i neri in America. Quando i due salirono sul podio per ricevere le loro medaglie lo fecero scalzi e al suono dell’inno americano abbassarono il capo alzando al cielo il pugno chiuso avvolto in un guanto nero. Subito dopo i due furono banditi dal Cio e dal comitato olimpico statunitense ma entrarono nella storia con una immagine delle più potenti di sempre.


Monaco 1972… un massacro. I giochi furono segnati da un attacco di terroristi palestinesi mirato contro gli atleti israeliani. Otto terroristi di settembre nero, entrarono nel villaggio uccidendo due atleti, ne presero altri nove in ostaggio che usarono come grimaldello per trattare il rilascio di prigionieri palestinesi. Quando la polizia tedesca tentò di forzare la situazione gli ostaggi vennero tutti uccisi senza pietà.


Seguirono anni difficili, forse con meno spargimento di sangue sui luoghi che ospitavano i giochi ma risvolti politici veramente importanti. Il 21 marzo del 1980 il presidente USA Jimmy Carter annunciò che gli Stati Uniti non avrebbero preso parte ai giochi olimpici di Mosca, il tutto come risposta all’invasione russa in Afghanistan dell’anno precedente … che strane coincidenze! Il blocco comunista ricambierà il “favore” quattro anni dopo quando le olimpiadi di Los Angeles 1984 furono boicottate da Russia, Cina, Jugoslavia e Romania.
Ci siamo, le olimpiadi sono alle porte, gli stadi saranno svuotati dal pubblico a causa della pandemia, tensioni in Giappone dove la popolazione teme che questi giochi possano far precipitare la situazione sanitaria nel paese. Le olimpiadi, da sempre l’evento sportivo più seguito al mondo, offrono una cassa di risonanza eccezionale per la quale spesso è stata, suo malgrado, ostaggio di dibattiti, guerre e ritorsioni politiche. La speranza è che questa secolare manifestazione torni ad essere quel simbolo di pace che nell’antichità aveva il potere di mettere a tacere ogni guerra e conflitto in essere regalando a tutti momenti di pace e serenità.

 

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