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di Adelaide Baldi 

Il simpaticissimo professore Massimo Stifano ha rilasciato con immenso piacere questa intervista per i lettori di “La VOCE agli Italiani”.

 

Ciao Max, ti ringrazio per aver accettato...

«Ma grazie a te carissima! Che emozione!» 

 

Professore di professione e Acchiappavip per passione, giusto?

«Ho messo a nudo tanta gente, tanti VIP nel mio percorso di Acchiappavip, ma, davvero, non ho mai pensato di poter essere io stesso a mettermi a nudo, davanti a una donna, poi..e che donna! Non sarà geloso tuo marito? No, perché io non sono per niente imbarazzato, e non per il “phisique du role”, senza presunzione, ma perché alla mia età, 62 anni, i cassetti dei ricordi sono così pieni che c’è sempre qualcosa che potrebbe interessare i miei “followers”, i miei amici, i giovani, i miei alunni, insomma un po’ di danni li ho fatti. Quanto tempo ho per rispondere alle tue domande? Quanto spazio puoi concedermi? Ebbene, non saprei proprio da dove cominciare, ma vedo che già con la tua prima curiosità cominci a stuzzicarmi sul vivo. Professore per professione e Acchiappavip per passione? Ma quando mai! Pensa che mai nessuno da ragazzo mi domandò: “Cosa vuoi fare da grande?” Non me lo sono mai chiesto neanche io. Così, laddove per tutti c’è stata una vocazione, una chiamata, io sto ancora aspettando che questa voce, questa ispirazione possa arrivare da un momento all’altro. Ma come arriva questa chiamata, tu lo sai? Per telefono, per telegramma, per lettera, per e-mail? So, però, di aver avuto sempre una grande curiosità per tutto, ma ho approfondito principalmente quello che per gli altri era più insolito. Non credo che aver fatto mai la brutta copia, una imitazione… Paganini non si ripete. Mi laureai in lingue perché avevo l’impressione che gli altri non mi capissero, di essere trasparente, insignificante. Così, forse con una dizione straniera, con la possibilità di viaggiare, avrei attirato un po’ di attenzione. E molta attenzione ricevetti dai lettori inglesi che mi seguirono all’università. Giovani, belli, intelligenti e preparati. Da studente mi chiesero, a scatola chiusa, credo, di tenere per loro dei corsi ai miei stessi compagni di viaggio. Mi impegnai, non so dir quanto, per non deluderli e fu un successo. Da lì, da timidissimo che ero, che sono e che sarò, cominciò la mia reputazione di sfacciato, disinibito, estroverso… E io, come era solito ripetere Oscar Wilde, cerco sempre di essere come i miei adulatori mi dipingono. Presi gusto allo studio. avrei voluto fare addirittura il ricercatore. Ma poiché più che l’amor potè il digiuno importante era anche guadagnare subito e non dover gravare oltre sulla famiglia, per cui con uno stipendio sicuro potevo pur sempre coltivare i miei interessi. Così cominciò la mia “carriera” scolastica, anche se sono rimasto sempre alunno e non mi è mai riuscito davvero di essere “il professore”. Come diceva il Gabibbo: “Chi non salta è un professore”. E io ho saltato, molto. L’Acchiappavip, dunque, è il mio vero mestiere. Quella di docente è un’attività di copertura che mi paga ciò che avrei fatto di sicuro anche se avessi dovuto pagare io per farlo. Ecco la nuda e cruda verità».

 

Oltre agli autografi, alle cartoline, alle foto e quant’altro, fai anche la collezione di presentazioni, interviste, chiacchierate con i Vip. Ce ne vuoi parlare?

«Naturalmente anche la buonanima di mia madre aveva capito che non poteva aspettarsi da me un figlio “normale”, che segue la retta via, quella che seguono tutti e che un giorno l’avrebbe resa anche nonna. Troppi anni di insegnamento in cui ho cresciuto i figli degli altri, non mi potevano fare pensare a dei figli miei, una famiglia mia. I miei genitori, però, tutto sommato, se ne andarono contenti che io fossi contento così. “Confuso e felice?”  Si. Nel tempo “il museo”(come lo definiva mia madre) si è riempito talmente tanto di “cimeli”che è stato giocoforza cominciare a smaltire un po’ di materiale. Nel tempo ho speso più di quanto potevo, vivendo al di sopra delle mie possibilità, per un sogno, per tanti sogni . “I sogni son desideri che nascono nel cuor”. Non le riapro di frequente, ma la mia casa è piena di scatole con cartoline autografate dei tour di tantissimi artisti, cantanti, attori, personalità varie, di manifesti, locandine, poster, ma anche di souvenir comprati durante le mie tournèes nel mondo (specialmente in tutta Europa). C’è chi mi ha esortato più volte a scrivere una mia biografia, la mia storia, fatta di tante storie. Gli incontri, le gioie, i dolori, la vita… Sto faticando ad essere breve e conciso anche in questa intervista. Come potrei scrivere un semplice, banalissimo libro? Ci vorrebbe un’ enciclopedia». 

 

Quindi ti possiamo considerare l’Acchiappavip per antonomasia?

«Come nasce un Acchiappavip? E’ presto detto. Io vengo da un tempo in cui i genitori, specialmente i padri, non facevano quasi mai complimenti si figli. “Hai fatto bene questa cosa? Non hai fatto niente altro che il tuo dovere.“Hai sbagliato? Veditela tu. Chi ha colpa delle sue pene pianga se stesso” .Così, un po’ per la mia timidezza, un po’ perché non mi sono mai sentito all’altezza di niente, un po’ perché ho pensato che tutti fossero migliori di me e un po’ perché mio nonno (il mio, vero, grande fan) ripeteva sempre:”Fattela con chi è meglio di te e perdici le spese”, ecco che cominciai a guardare con molta attrazione al mondo dello spettacolo, degli artisti, le celebrità, chiunque si distinguesse in qualsiasi campo. Non potendo brillare di luce propria, incominciai a desiderare di farmi arrivare un po’ di luce riflessa stando vicino ai miei idoli, a chi amavo, a chi era arrivato. Ma anche per fare l’Acchiappavip ci vuole molto coraggio, costanza, intraprendenza..che credete? Erano tutte doti che mi erano completamente sconosciute. Oggi nessuno potrebbe pensare a me come a un timido, riservato, introverso… C’era una cosa per cui ero davvero portato: l’eremitaggio, l’allontanamento dalle pazze folle e la completa immersione in uno studio “matto e disperatissimo” (come Leopardi definiva il suo). E chi mai avrebbe potuto scommettere una lira (allora), un euro (oggi) su quello che sarebbe diventato il romanzo di una vita, una telenovela, una saga. Mentre tutti nella vita si trovano ad un bivio, ad una foce a “Delta” e devono scegliere di andare in una direzione anziché verso un’altra, io mi trovavo davanti ad un “Estuario”. E siccome tutte le sue diramazioni conducevano al mare, non volevo mancare di esplorarne nessuna: lo studio, i viaggi, gli spettacoli, i concerti, il teatri, ma anche gli aggiornamenti che mi potevano servire per l’insegnamento». 

 

A causa del Covid19 il mondo dello spettacolo è fermo. Immagino che la sofferenza degli artisti sia anche la tua. Come vivi questo periodo?

«È dura. Seguo tutti i programmi televisivi, i telegiornali, le ospitate dei personaggi che amo. La situazione è davvero difficile e non si vede un orizzonte sereno. In compenso ho mantenuto, tramite i potenti mezzi a disposizione, molti contatti con gente che conta e che nel tempo, spesso, mi è diventata amica. Chi ha approfittato della stasi per pubblicare un libro, chi per promuovere un nuovo album di canzoni, chi per creare collegamenti di intrattenimento sui social per non farsi dimenticare. A me hanno tolto i viaggi, gli spettacoli teatrali, i concerti, gli incontri culturali, l’essere protagonista di eventi mondani. È triste». 

 

E allora smorziamo un po’ la tristezza. Prima di salutarci ci racconti un aneddoto…?

«Cara, continui a provocarmi. Ma io a questa richiesta devo rimandarti ad un’ altra chiacchierata se ti farà piacere, come questa ha fatto piacere a me. Un abbraccio virtuale a chi ci seguirà». 

Qualche foto della collezione

 

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Info Autore
Adelaide Baldi
Author: Adelaide Baldi
Biografia:
Adelaide Baldi è nata in Valtellina nel 1970. Dall’età di 7 anni vive nella patria della Dieta Mediterranea, sulla costa del Cilento. Giornalista pubblicista, iscritta all'Albo dell'Ordine dei Giornalisti della Campania. Collabora con "Cronache Cilentane": periodico di informazione del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
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