di Monica Venndrame
Sanremo, 14 febbraio 2025 – Roberto Benigni, il “toscanaccio” più amato d’Italia, è tornato a Sanremo e, come al solito, ha fatto il botto. La quarta serata dell’era Conti è stata un tripudio di risate, battute e qualche stoccata politica che ha lasciato tutti a bocca aperta. Insomma, Robertaccio ha fatto il pieno di applausi e ha dimostrato che, a 72 anni suonati, è ancora il re della comicità.
“Nei camerini ho salutato Marcella dicendole: Bella Ciao. Un casino è successo. Per par condicio ho dovuto salutare anche i Neri per Caso”. E così, con una battuta che già valeva il biglietto, Benigni ha dato il via a uno show che ha spazzato via ogni residuo di noia.
Il comico non ha risparmiato neppure i grandi nomi della politica e della tecnologia: “Elon Musk ha già votato su X per il vincitore di Sanremo. Per chi? Per Giorgia Meloni. È innamorato perso, lo avete visto ad Atreju? Sono capaci di sposarsi e andare a fare il viaggio di nozze su Marte. Ha detto: O Roma o Marte”. E noi, tra una risata e l’altra, ci siamo chiesti: ma su Marte ci sarà almeno un buon ristorante italiano?
E poi è arrivato Trump: “Vuole tutta la Liguria, non solo Sanremo. Dopo la Groenlandia, vuole la Liguria. O la cediamo liberamente o ci ritroviamo con dazi del 200% sulle trofie al pesto”. Immaginatevi Trump che cerca di mangiare le trofie con la forchetta: già solo questo è uno spettacolo.
Benigni non ha risparmiato neppure i “saltatori di carro”: “Persone dichiaratamente di sinistra si sono buttate a destra. È una cosa brutta. A ‘noi’ di Fratelli d’Italia… ora parlo con Ignazio”. E poi, per chiudere in bellezza, ha intonato l’Inno del corpo sciolto, lasciando tutti a cantare a squarciagola.
Alla fine della serata, una cosa è chiara: Roberto Benigni è un genio assoluto. Riesce a far ridere, riflettere e commuovere, tutto nello stesso monologo. E mentre lo guardiamo sul palco dell’Ariston, non possiamo fare a meno di pensare: “Ma come fa a essere così brillante?”. Forse è il segreto della toscanità, forse è solo magia. Quel che è certo è che, dopo Benigni, Sanremo non sarà più lo stesso. E noi, nel nostro piccolo, ci sentiamo un po’ più ricchi. Grazie, Robertaccio!