di Michele Petullà
Eseguita dal Coro Polifonico di Tropea, che porta il suo nome in suo onore, con le meditazioni spirituali del Beato don Francesco Mottola.
Tra le tante e diverse manifestazioni che si sono svolte in provincia di Vibo Valentia, in preparazione della Santa Pasqua, va sicuramente menzionata e ricordata La Via Crucis eseguita dal Coro Polifonico “Don Giosuè Macrì” di Tropea, diretto dal Maestro Vincenzo Laganà e presieduto da Paolo Ceraso. L’opera è stata eseguita e replicata in tre diverse serate: venerdì 24 marzo a Spilinga, presso la chiesa di San Giovanni Battista; venerdì 31 marzo nel capoluogo di provincia, Vibo Valentia, presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli – meglio nota come “Crocifisso degli Angeli”, per via del suggestivo e composito ‘Cristo schiodato’ posto nella nicchia dietro l’altare, meta ogni anno di una grande moltitudine di persone nel periodo che precede la Pasqua, specie durante i “venerdì di marzo” –; domenica 2 aprile a Tropea, nota come Perla del Tirreno, già Borgo dei Borghi 2021, presso la chiesa Concattedrale.
La Via Crucis. L’opera eseguita è quella musicata nel 1960 da Don Giosuè Macrì – sacerdote e musicista-compositore calabrese –, sull’antico testo del francescano San Leonardo da Porto Maurizio, per coro a due voci pari virili o femminili con accompagnamento di organo od armonio, che porta come titolo, appunto, La Via Crucis. Attraverso quest’opera l’autore “ripropone l’itinerario spirituale della Via Crucis in maniera semplice, ma al contempo profondo, capace di toccare l’animo dell’ascoltatore e aiutarlo a contemplare la passione vissuta da Cristo e dalla sua Santa Madre”, come ha precisato Eleonora Caputo – componente e voce narrante del coro – nella sua introduzione-presentazione. L’evento cade nel venticinquesimo anniversario del coro, e – ha precisato ancora la presentatrice –, “abbiamo scelto di festeggiare i nostri venticinque anni di attività con una serie di manifestazioni, di cui la prima è questa, con la quale vogliamo anche onorare due figure molto importanti per noi, a cui siamo molto legati: don Giosuè Macrì e il Beato don Francesco Mottola”.
Alle parti musicate e cantate si sono alternate le preghiere, tratte dai Vangeli, e le meditazioni spirituali del Beato don Francesco Mottola – sacerdote tropeano –, tratte dai suoi scritti, interpretate dalle voci narranti della stessa Eleonora Caputo e da Paolo Ceraso. Il coro, inoltre, è stato affiancato ed accompagnato da un ensemble strumentale composto dai maestri Giuseppe Marcianò (organo), Francesca Laganà (flauto), Fabio Angiò (clarinetto) e Maria Stella Grillo (violoncello). La voce solista, infine, è stata interpretata dalla soprano Claudia Andolfi. In ognuna delle tre serate, La Via Crucis si é conclusa col canto, a cappella, dello Stabat Mater di Zoltàn Kodàly – musicista e compositore ungherese –, mottetto composto sul testo della sequenza del XIII° secolo tradizionalmente attribuita a Jacopone da Todi.
Gli apprezzamenti del pubblico. Tutte e tre le serate hanno registrato la partecipazione di un pubblico numeroso e attento, disposto in religioso atteggiamento di preghiera, come la situazione richiedeva, trasportato spiritualmente dalle struggenti note de La Via Crucis, abilmente scandite dal coro, attraverso il canto, e dagli strumentisti, attraverso la musica. Tanti e diversi sono stati gli attestati di apprezzamento e di compiacimento espressi dal pubblico e da diverse personalità che hanno assistito a La Via Crucis. Ne citiamo uno per tutti – ma tanti altri se ne potrebbero citare –, espresso dal Prof. Giuseppe Cinquegrana, antropologo e studioso di tradizioni e pietà popolare, presente a La Via Crucis di Vibo Valentia: “Ho seguito con trasporto e profonda emozione la bellissima e intensa Via Crucis che avete cantato e raccontato, con sentire umano e religioso, e proposto nella sublimità dei canti dello stupendo Coro Polifonico ‘Don Giosuè Macrì’. A tratti mi è scappata persino qualche lacrima di commozione; avete fatto vibrare l’anima ed ho sentito la vera emozione della Passione; per questo mi sento di esprimere i miei vivissimi complimenti a tutto il coro, alla voce solista, agli strumentisti, alle voci narranti e al Direttore, che ha diretto l’insieme in maniera impeccabile ed encomiabile”.
La soddisfazione del Direttore e del Presidente del Coro. A conclusione delle tre serate, il Maestro e Direttore Vincenzo Laganà – fresco, tra l’altro, di un’alta onorificenza conferitagli dal comune di Tropea per i suoi tanti meriti in campo culturale, sociale e musicale, che rendono lustro alla città di Tropea; compositore dell’Oratorio sacro “Francesco Servo di Dio - L’Aquila che raggiunse il Sole” e della Commedia musicale “E l’Aquila raggiunse il Sole”, entrambi dedicate al Beato don Francesco Mottola –, non ha mancato di manifestare tutta la sua emozione e piena soddisfazione. “Esprimo la mia grande soddisfazione – ha dichiarato – per la realizzazione di questo primo progetto nell’ambito delle attività in programma nell’anno dei venticinque anni del nostro coro. Il pubblico è stato quello delle grandi occasioni. Un pubblico attento, che ha partecipato attivamente e con devozione agli appuntamenti delle sacre rappresentazioni che hanno preceduto la Settimana Santa. Non si è trattato di veri concerti, ma di momenti di preghiera in musica sulle note de La Via Crucis composta da don Giosuè Macrì, che ha visto protagonista il nostro coro impreziosito dall’ accompagnamento discreto e professionale di un ensemble strumentale, composto da grandi professionisti, che ringrazio per la loro disponibilità e per essersi prestati a condividere con noi questa bella esperienza. Inoltre, grazie a questa iniziativa, continua l’opera intrapresa nel 2011 – di diffondere la conoscenza riguardo la figura del Beato don Francesco Mottola – quando è stata data la prima rappresentazione dell’Oratorio sacro “Francesco Servo di Dio - L’Aquila che raggiunse il Sole”, a lui dedicato e da me composto”.
Altrettanto soddisfatto il Presidente Paolo Ceraso, per il quale “Questa iniziativa è molto importante e significativa per il nostro coro, per diversi motivi. Innanzitutto perché cade nel venticinquesimo anno di attività del nostro coro e, pertanto, è per noi il modo migliore per festeggiare questo importante traguardo e anniversario. Poi, è tra le prime organizzate dopo la pandemia ed è anche tra quelle che a causa del Covid19 erano state sospese, quindi per noi è stato come riprendere da dove ci eravamo lasciati. A questo si aggiunge anche il senso profondo della Via Crucis, che è un percorso di preghiera e meditazione della Passione di Gesù, attraverso la musica del maestro don Giosuè Macrì, di cui il coro porta il nome, una figura importante nel panorama culturale e artistico di Tropea e della Calabria, e i testi del nostro Beato don Francesco Mottola, sacerdote amato, che alcuni membri del coro ricordano quando ancora era in vita, grande esempio di carità per tutti noi”.
Il Coro Don Giosuè Macrì. Nato nel 1998, il Coro ha assunto questo nome in omaggio al sacerdote don Giosuè Macrì (1883-1964), compositore e pianista calabrese, nato a Limbadi (VV) e vissuto per molti anni in Argentina, che ha operato per diversi anni nella Concattedrale di Tropea.
Dal 2020 il Coro fa parte dell’Associazione Regionale di Cori Polifonici Chorus Inside Calabria e fa parte di Federcori, la Federazione Nazionale di Cori Italiani Chorus Inside. Tantissimi, in questi venticinque anni di attività, sono stati i concerti, le rassegne, le animazioni liturgiche, i riconoscimenti del Coro. Nel 2000 è stato invitato dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche Vaticane a partecipare, insieme ad altri cori polifonici calabresi, alla celebrazione del 18 maggio in Piazza San Pietro, presieduta da Papa Giovanni Paolo II, in occasione del suo 80° compleanno e del Giubileo dei Presbiteri. Nel 2011, in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, il Ministero dei Beni Culturali lo ha riconosciuto “Organismo a valenza nazionale” per meriti artistici e culturali. Nel 2011 la partecipazione alla realizzazione dell’Oratorio Sacro “Francesco servo di Dio - L’Aquila che raggiunse il Sole”, con diverse successive repliche. E poi, ancora: la registrazione della Messa in Do Maggiore di Charles Gounod inserita nel CD Cantantibus Organis - Meditazioni Musicali; la partecipazione alla Messa di Beatificazione di don Francesco Mottola.
Don Giosuè Macrì. Don Giosuè Macrì può essere annoverato sicuramente tra le personalità illustri della Calabria, nonostante sia ancora poco conosciuto. Don Giosuè Macrì è uno di quegli uomini che già da molto tempo rimangono nel silenzio, ma che meriterebbe senz’altro di essere portati ad una più consona ed opportuna conoscenza da parte del mondo musicale, così come la sua opera meriterebbe di essere divulgata e valorizzata adeguatamente. Egli fa parte di quella schiera di compositori italiani che – nati intorno al 1880 – furono artefici dell'aggiornamento del linguaggio musicale del secolo passato.
Le sue composizioni corali sono impregnate del dramma sociale e spirituale dell'uomo: sociale perché vive il problema della disuguaglianza economica, della emigrazione, del guadagnarsi con stenti di vita; spirituale nel senso di quotidiana lotta tra le tumultuose passioni umane e un intenso amore capace di valicare i confini dello spazio e del tempo.
Nato il 5 agosto 1883 a Limbadi, un piccolo centro agricolo alle falde di Monte Poro, nella provincia di Vibo Valentia, morì il 19 dicembre 1964. Durante gli anni della sua formazione teologica, la musica gli fu tanto familiare, al punto da divenire, ancora giovane, secondo organista della Concattedrale di Tropea. Ordinato sacerdote, emigrò in Argentina, a Buenos Aires, per motivi familiari. Qui, da buon maestro quale era, aprì il “Liceo Musical Macrì”, dalla cui scuola vennero fuori musicisti di grande talento, che si affermarono successivamente in Argentina. Tale scuola gli fu tanto cara da occuparlo senza sosta. Persa la già precaria salute, ritornò in Italia e ricoprì il posto di primo organista nella Concattedrale di Tropea. Negli anni Cinquanta fu ospite della Casa di Carità. In questo periodo curò la pubblicazione delle sue composizioni.
Esiste un “Catalogo tematico delle composizioni musicali sacre ed accademiche” pubblicate da don Giosuè Macri fino al 1963; da tale catalogo emergono diverse composizioni, tra le quali spicca proprio l’opera “La Via Crucis, per coro a due voci pari virili o femminili; con l'aggiunta di tre canti popolari a una voce media ed un canto polifonico a tre voci pari”. Tra le altre opere presenti nel catalogo, inoltre, si distinguono anche: La Messa Letta, a una voce, con organo (7 canti per la Messa; Adoro Te devote; O Salutaris Hostia; 2 Tantum ergo; Dio sia benedetto; Ninna Nanna; Ave Maria; 3 Litanie Lauretane; O dolce nome); Messa popolare “Salve Sancta Parens”, ad una voce media, con o senza accompagnamento; Messa in onore di San Francesco di Paola, a due voci uguali con accompagnamento d'organo; Messa da Requiem, per coro ad una voce media con accompagnamento d'organo; Marcia Funebre, per organo; Ave Maria, per soli e coro a due voci pari con organo; XVI Litanie Lauretane, a due voci pari con accompagnamento d'organo; L'agonia di Gesù, otto canti per soli e coro a due voci pari con accompagnamento d'organo; Tantum Ergo, per coro a due voci pari con accompagnamento d'organo; Inno, preghiera a Sant’ Antonio di Padova, canto popolare ad una voce; Canto con giubilo, per soli e coro a due voci pari con accompagnamento di pianoforte; Ad una rondinella, canto lirico per soprano o tenore con accompagnamento di pianoforte; Baciami in fronte o dolce primavera, canto lirico per mezzosoprano o baritono con accompagnamento di pianoforte; O mamma, torna!, melodia nostalgica per canto e accompagnamento di pianoforte; Il pescatore, barcarola per coro a due voci pari con accompagnamento di pianoforte; Serenata augurale, per coro a due voci pari con accompagnamento di pianoforte.