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di Virginia Murru

Dopo ben quattro anni di battaglie, finalmente i ministri delle Finanze dei 7 Paesi più industrializzati del pianeta hanno raggiunto un accordo. Insieme hanno previsto d’introdurre un’aliquota minima globale di almeno il 15%, da applicare Paese per Paese.
Il meeting si è svolto a Londra, e il ministero del Tesoro britannico è stato il primo a dichiararsi soddisfatto del risultato dell’incontro: “L’accordo porterà ad una stretta sull’elusione fiscale.”
Il Cancelliere dello Scacchiere inglese Rishi Sunak, ha definito peraltro ‘storico’ l’accordo tra i 7 ministri delle Finanze. Così egli ha sintetizzato l’intesa:
“E’ stata prevista l’aliquota minima globale del 15% in ogni Paese, sulle multinazionali che presentano margini di profitto superiori al 10%.
Il 20% dei profitti superiori al 10% verrà riallocato nei Paesi di pertinenza, laddove hanno luogo le vendite.”
“In seguito a questa risoluzione - ha aggiunto il ministro inglese - la tassa nazionale sui servizi digitali sarà eliminata, allorché entrerà in vigore la soluzione globale.”
Dopo anni di incontri non propriamente fruttuosi sul tema della tassazione alle grandi imprese High Tech, si è finalmente giunti alla decisione di riformare il sistema fiscale, affinché si possa allineare all’era digitale globale. In un comunicato finale, i 7 ministri delle Finanze hanno dichiarato di essersi “impegnati a raggiungere una soluzione equa circa l’assegnazione dei diritti di imposizione.
E in seguito a ciò di provvedere ad un adeguato coordinamento tra l’applicazione delle nuove norme fiscali a livello internazionale, e la soppressione delle tasse sui servizi digitali, o misure analoghe su tutte le società.”
Ora è implicito che grandi colossi come Amazon e Microsoft, che fino ad ora sono riuscite a farla franca, per quel che concerne la tassazione dei profitti nei Paesi in cui vige un regime fiscale piuttosto compiacente, non potranno più eludere. Sul piano tecnico, per l’applicazione occorreranno alcuni anni.
Molto soddisfatto anche il Commissario all’Economia dell’Ue, Paolo Gentiloni, che in un tweet ha scritto: “Le multinazionali paghino le tasse nei Paesi in cui riscuotono il loro profitti. Più giustizia e meno elusione fiscale.”
Anche la segretaria al Tesoro degli States, ex Governatore della Fed, Janet Yellen, ha rimarcato l’importanza di questo impegno senza precedenti, che porterà al capolinea la corsa al ribasso della tassazione aziendale. Secondo Yellen, ci sarà più equità per i lavoratori negli Usa e nel resto del mondo.
Presente anche il ministro dell’Economia e Finanze dell’esecutivo italiano, Daniele Franco, il quale sottolinea che la proposta del G7 entrerà in agenda nel prossimo meeting del G20, che avrà luogo a luglio a Venezia.
Il ministro spiega anche alcuni punti importanti dell’incontro a Londra, mettendo in rilievo il totale consenso tra i Paesi del G7 sull’esigenza di politiche economiche espansive per tutto il tempo che occorrerà, fino a lasciarsi alle spalle la grande crisi sopravvenuta in seguito alle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria.
Anche la BBC sottolinea l’importanza dell’accordo raggiunto: “Il Gruppo G7, delle più avanzate economie del mondo, ha raggiunto una storica intesa, volta a indurre le grandi multinazionali a pagare più tasse.”
Si dice soddisfatta anche Facebook, e lo afferma tramite il vice presidente degli Affari Globali e della Comunicazione, Nick Clegg, il quale dichiara:
“Facebook ha da tempo auspicato una riforma fiscale sulle regole relative alla tassazione globale, e l’accordo di oggi è solo un primo passo significativo verso la certezza degli investimenti e il rafforzamento della fiducia pubblica sul sistema fiscale globale.” 

 

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