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di Virginia Murru

 La ‘signora’ della politica tedesca, ma anche europea, ha deciso che il capolinea della sua carriera politica è arrivato, e non intende andare oltre.

In autunno, o comunque entro l’anno, dovrebbe lasciare la leadership del partito (CDU), e soprattutto il ruolo di Cancelliera, che svolge da ormai 16 anni.

E’ stata la donna più rappresentativa del continente, definita anche ‘la signora del mondo’, ammirata e rispettata per quell’indole serena e pacata, davanti a lei mai nessuna levata di scudi, lei ha dimostrato in diversi lustri di governo di essere in grado di placare anche lingue di fuoco.

Equilibrio è il sostantivo che le si addice. Il suo modo di proporsi non ha mai tradito eccessi, né all’estero né in Germania, e sono queste caratteristiche di mediatrice ad averle permesso di superare ogni sfida elettorale, attraversando indenne anche tempeste, perché effettivamente ci sono state queste fiammate nazionaliste che hanno rischiato di farle mancare il consenso.

Ma lei è andata avanti imperterrita, consapevole di camminare anche su strade piene di chiodi, ma non è mai venuta meno all’impegno di garantire la governabilità al suo Paese, sedando non di rado conflitti e aprendosi comunque un varco anche tra le spine, proprio in virtù di quel temperamento che riporta tutto nell’ordine della ragione.

E’ stata una combattente inflessibile, ha fatto valere le sue convinzioni, ma senza cedimenti alle tensioni: Angela Merkel ha sempre detestato il pugno di ferro dell’autoritarismo, non è stata un tipo di leader alla Thatcher. Lei conosce l’arte della diplomazia in politica come pochi, ha amato i confronti basati sul contradditorio, e allo stesso tempo, quando necessario, è stata pronta al compromesso.

L’onestà è un’altra prerogativa che le appartiene, non si sono mai verificati scandali per giochi di potere o abusi in tal senso, nei quali si sia dimostrato che questa leader presentasse aspetti ambigui nel suo modo di amministrare la cosa pubblica. I suoi interessi non sono stati subalterni a quelli del popolo tedesco, ha sempre tenuto a sottolineare d’essere al servizio del Paese, missione che ha rispettato al di là di tutto.

Tante le sue prove di stile nei rapporti politici interni, ma anche internazionali, la presenza della Merkel è stata una garanzia di equilibrio e distensione, autorevole ma non egemone, pur se consapevole di rappresentare una delle più forti economie sul piano globale.

Prestigio, dunque, non ostentazione, con l’apparente aria dimessa degli abiti che ha indossato, eleganza minima, ma in questo versante, di gusti piuttosto discutibili. Non se n’è curata proprio dei giudizi sulla sua dubbia eleganza.

A gennaio scorso ha aperto forse l’ultimo congresso del suo partito, il CDU, facendo un bilancio positivo, sottolineato con orgoglio, e a ragione: il ruolo del funambolo in politica non è alla portata di tutti.

Certo ha schivato qualunque comportamento potesse creare ombre nel cancellierato, chiederle conto di corruzione o abuso di potere non è stato possibile, lei non ha mai imbeccato i suoi detrattori e avversari politici mettendo nelle loro lingue argomenti di questa portata: l’avrebbero travolta, com’è ovvio che sia. E la Merkel è stata più che avveduta.

Ha rispettato gli altri, ma anche se stessa, e alla fine del mandato, lasciare dietro di sé gli spazi che ha occupato in ordine, non è un dettaglio di poco conto.

Nell’ultimo congresso è stata applaudita per 6 minuti, ma i tedeschi sono andati ad applaudirla anche sotto la sua abitazione, per tributarle semplicemente riconoscenza per il suo operato.

E ora? Il CDU saprà reggere il colpo della sua assenza? Di certo i tedeschi hanno un po’ di paura del ‘dopo’ Merkel, la signora dallo sguardo diretto e calmo, corretta ma decisa, mancherà a tutta la Nazione, e mancherà anche negli ambienti dell’Unione europea.

Per 16 anni ha tenuto salde le redini della Repubblica Federale tedesca, 80 milioni di individui. Ha gestito l’avvento della pandemia in modo pressoché ineccepibile rispetto a tanti altri paesi europei. Un milione circa di contagiati, dopo quasi un anno e mezzo, e circa 15mila vittime, di gran lunga inferiore ai dati relativi all’Italia, Francia, Spagna e gli altri.

Dietro questi dati c’è l’efficienza di un sistema, economico e sanitario, serietà e competenza degli organismi sanitari, l’isolamento tempestivo dei contagi, grazie al sistematico impiego dei tamponi.

Angela Merkel è originaria di Amburgo, dove nacque nel 1954, ma ha trascorso i primi 30 anni di vita nella Germania dell’Est, non lontano da Berlino, e qui ha concluso l’iter dei suoi studi con una laurea in Fisica (1990). Appassionata di politica ha subito aderito al partito Cristiano Democratico, del quale è diventata presidente nel 2000. Nel volgere di pochi anni è stata titolare di diversi ministeri.

Un’escalation inarrestabile, perché fin da giovane, dietro quel sorriso accattivante, c’era determinazione e intraprendenza. Nel 2005 è diventata la prima donna Cancelliera nella storia della Germania. Con quattro mandati consecutivi.

Sensibile al problema degli emigranti, non si è lasciata condizionare dalla destra e ha introdotto norme sull’accoglienza, frenando gli impeti nazionalisti e sovranisti; sua anche la legge sul salario minimo, del 2014. Nei rapporti internazionali ha mantenuto il suo naturale aplomb, pronta a collaborare allorché le circostanze lo hanno richiesto, per portare a buon fine alleanze e accordi importanti, senza tuttavia inchinarsi di fronte ai despoti di turno.

E’ stata inflessibile nei rapporti con Trump, tenendo ferme le sue convinzioni, e lo è stata anche con Putin in circostanze piuttosto critiche sul piano internazionale, in particolare sulla violazione dei diritti umani da parte del Cremlino, nella vicenda Navalny, insidie sulla democrazia e il rispetto della libertà d’espressione, principi verso i quali è stata intransigente.

Sempre disponibile nel ruolo di leader nei confronti delle Istituzioni europee e gli altri rappresentanti dei Paesi membri, la moderazione e la pacatezza hanno accompagnato ogni suo intervento o scelta politica, difendendo certamente gli interessi della Germania, ma sempre nel rispetto del pluralismo e convergenza delle risoluzioni.

Merkel non ha manifestato smania di travolgere o egemonizzare le scelte in ambito comunitario, ha mediato con la convinzione che i diritti di tutti in definitiva dovessero essere tutelati, nello stesso interesse del suo Paese. Un Paese che avrebbe potuto fare valere la sua forza, in virtù della potenza economica che rappresenta in Europa, definita anche la ‘locomotiva’, in particolare tra i Paesi dell’area euro. Insieme a Mario Draghi, si porta dietro anche l’epiteto di ‘salvatrice dell’euro’.

Angela Merkel ha privilegiato la via del dialogo, senza entrare mai a gamba tesa nei vertici di Bruxelles, anche a costo, non di rado, di subire aspre critiche in patria. Ha seguito le sue convinzioni e tenuto fede alla logica della moderazione, creando un discrimine con chi intendeva destabilizzare, o mettere a repentaglio la distensione.

E’ tedesca, ha rappresentato sullo scacchiere internazionale il suo Paese, ma con una personalità conciliante, non si conoscono atteggiamenti rudi e diretti a prevalere sugli altri, e meno ancora dispotismi.

E’ tedesca, ma se con questo aggettivo qualificativo di nazionalità, s’intende una persona ferma e irremovibile, rigorosa e ammiccante all’autoritarismo, Angela Merkel non è nulla di tutto questo. E’ una tedesca che ha scelto un modo d’essere affine a se stessa, e non ha tradito i valori nei quali crede. I primi trent’anni di vita trascorsi nell’allora Germania dell’Est, non hanno lasciato in lei alcuna influenza sul piano politico.

Fedele al suo credo politico e ai valori con cui si era formata. Lo ha dimostrato nel giugno del 2017, quando il parlamento tedesco, con una votazione storica, ha approvato la parificazione delle unioni omosessuali con quelle etero.

La Merkel era consapevole che quella scelta l’avrebbe resa impopolare in quel momento, ma ha votato comunque secondo coscienza, ossia contro l’approvazione di quella legge. “Per me le nozze sono quelle tra un uomo e una donna” – rispose ad un giornalista senza fare una piega.

Gelosissima della sua vita privata, non è stato un personaggio che si è esposto molto al di là dei suoi impegni istituzionali, non ama la vita mondana, e ha difeso l’intimità degli affetti familiari con la solita naturalezza. E tanto meno ha dato in pasto alla stampa le vicissitudini della vita privata, evitando qualsiasi scalpore o clamore sulla sua esistenza.

Ha una particolare predilezione per i Paesi del Mediterraneo, e ama tra questi l’Italia, la madre peraltro era un’insegnante di Latino. Nell’estate 2020, in piena pandemia, ha consigliato ai tedeschi di trascorrere le vacanze in Italia, dimostrando ancora una volta affetto per il nostro Paese. Lei stessa si è recata più volte in vacanza ad Ischia, isola che l’ha affascinata.

Tra pochi mesi lascerà la scena politica, in più circostanze del resto ha dimostrato una certa stanchezza, il ruolo di Cancelliera per quattro mandati non deve essere stato uno scherzo. Se ne andrà in punta di piedi, com’è nel suo stile, senza rintocchi di campane, Angela Merkel non ha mai amato i clamori.

 

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