di Fiore Sansalone
Il futuro esecutivo di centrodestra, a guida Giorgia Meloni, non perde tempo e pensa ad un ritocco immediato del Reddito di cittadinanza a partire già dalla prima manovra governativa.
La Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) attesa in Consiglio dei ministri nella gioirnata di domani, indica una previsione di crescita sotto la soglia psicologica dell’1%, il che vuol dire oltre 20 miliardi di spesa in meno, una preoccupazione non da poco per il nuovo governo.
Ad essere penalizzati, pertanto, dovrebbero essere i percettori del Rdc, «non toccando la platea dei beneficiari - come riporta l'agenzia di stampa adnkronos -, ma intervenendo sul numero delle offerte di lavoro che è possibile rifiutare pena la decadenza del sussidio. Inizialmente, quando il rdc venne varato dal primo governo Conte, la legge prevedeva che il reddito di cittadinanza decadesse al rifiuto di ben tre proposte di lavoro. Draghi ha portato a due le proposte rifiutabili, dopo un duro braccio di ferro sul ‘decalage’ (la decurtazione del sussidio, ndr), con tanto di telefonata chiarificatrice tra il premier e Giuseppe Conte. L’idea che si fa spazio nel centrodestra, per recuperare risorse, è quella di portare ancor più giù l’asticella, togliendo il reddito di cittadinanza già al primo rifiuto di un’offerta di lavoro».
Una dura critica alla misura grillina viene mossa dal segretario regionale Ugl Lazio, Armando Valiani, che afferma: «Va bene il Reddito di Cittadinanza come forma di sussidio, ma non è una politica attiva.È una misura che per molti aspetti ha fallito nella sua missione. Il RdC - continua Valiani - era nato per sostenere i disoccupati durante i mesi della ricerca di un lavoro, tempi che dovevano essere stretti perché a trovare loro un’occupazione doveva essere lo Stato attraverso i navigator e i centri per l’impiego che, però, non hanno funzionato. Abbiamo più volte sottolineato la necessità di riformare i CPI che così come sono concepiti oggi – spiega ancora Valiani – non riescono ad assolvere al loro compito di far incontrare la domanda con l’offerta. È infatti bassa la percentuale di coloro che trovano un lavoro passando per i CPI. Manca strategia, visione e la volontà di puntare sulla digitalizzazione, che oggi è strumento indispensabile».
In conclusione, il segretario regionale Ugl avanza la proposta di un nuovo strumento, il Reddito di responsabilità, «che dovrà essere accompagnato da efficaci politiche attive, favorendo le imprese che assumono e la formazione, o il miglioramento, delle competenze di tutte quelle persone che oggi non trovano più una ricollocazione o una prima collocazione nel mercato del lavoro».