di Paolo Russo
Il vuoto della società contemporanea ci lascia inerti quasi inconsapevoli della ricchezza della nostra storia.
La politica italiana negli anni si è svuotata dell'ideologia diventando lo specchio di una realtà consumistica che ha elevato quasi a divinità il ruolo del denaro.
Quando ad un certo punto l'occidente si è autoplocamato modello politico, sociale ed economico ha cavalcato un delirio di onnipotenza giustificando anche atroci guerre nel nome della libertà.
Il socialismo italiano era florido e consapevole della propria storia e dell'inalienabilità dei diritti fondamentali di tutti i cittadini e soprattutto era alternativo a un'idea di atlantismo che negli anni ha spogliato la sinistra italiana, di tutti i suoi valori fondanti trasformando un movimento operaio in un circolo di figli di papà.
Saranno le parole di Sandro Pertini, a distanza di 70 anni, a farci riflettere sulla degenerazione culturale dovuta all'appiattimento di valori e modelli politici e alle conseguenze delle politiche guerricide della Nato.
A seguire il discorso (le parti più salienti) di Pertini al Senato del 7 marzo 1949 in cui votò contro l'adesione dell'Italia alla Nato.
"Noi siamo contro il Patto Atlantico, prima di tutto perché questo Patto è uno strumento di guerra. [...] Ma il nostro voto è ispirato anche ad un'altra ragione. Questo Patto Atlantico in funzione antisovietica varrà a dividere maggiormente l'Europa, scaverà sempre più profondo il solco che già separa questo nostro tormentato continente. [...] Una Santa Alleanza in funzione antisovietica, un'associazione di nazioni, quindi, che porterà in sé le premesse di una nuova guerra e non le premesse di una pace sicura e duratura. Noi siamo contro questo Patto Atlantico dato che esso è in funzione antisovietica. Perché non dimentichiamo, infatti, come invece dimenticano i vostri padroni di oltre Oceano, quello che l'UnioneSovietica ha fatto durante l'ultima guerra. Essa è la Nazione che ha pagato il più alto prezzo di sangue. Senza il suo sforzo eroico le Potenze occidentali non sarebbero riuscite da sole a liberare l'Europa dalla dittatura nazifascista. [...]
E noi socialisti sentiamo che se domani per dannata ipotesi dovesse crollare l'Unione Sovietica sotto la prepotenza della nuova Santa Alleanza, con l'Unione Sovietica crollerebbe il movimento operaio e crolleremmo noi socialisti.[...]
Parecchi di voi si rallegrarono quando videro piegata sotto la dittatura fascista la classe operaia italiana e costoro non compresero che, quando in una Nazione crolla la classe operaia, o tosto o tardi con la classe operaia, finisce per crollare la Nazione intera. [...]
Oggi noi abbiamo sentito gridare "Viva l'Italia" quando voi avete posto il problema dell'indipendenza della Patria. Ma non so quanti di coloro che oggi hanno alzato questo grido, sarebbero pronti domani veramente ad impugnare le armi per difendere la Patria. Molti di costoro non le hanno sapute impugnare contro i nazisti. Le hanno impugnate invece contadini e operai, i quali si sono fatti ammazzare per l'indipendenza della Patria! Onorevole Presidente del Consiglio, domenica scorsa a Venezia, in piazza San Marco, sono convenuti migliaia di partigiani da tutta l'Italia ed hanno manifestata precisa la loro volontà contro la guerra, contro il Patto Atlantico e per la pace. Questi partigiani hanno manifestato la loro decisione di mettersi all'avanguardia della lotta per la pace, che è già iniziata in Italia, essi sono decisi a costituire con le donne, con tutti i lavoratori una barriera umana onde la guerra non passi. Questi partigiani anche un'altra volontà hanno manifestato, ed è questa: saranno pronti con la stessa tenacia, con la stessa passione con cui si sono battuti contro i nazisti, a battersi contro le forze imperialistiche straniere qualora domani queste tentassero di trasformare l'Italia in una base per le loro azioni criminali di guerra. Per tutte queste ragioni noi voteremo contro il Patto Atlantico".