di Pietro Molinaro *
In relazione alle dichiarazioni dell’Assessore Fausto Orsomarso, relative alla Terme Luigiane e pubblicate da Il Quotidiano del Sud il 27 agosto, mi permetto di formulare alcune osservazioni sullo specifico punto del “ruolo spettante alla Regione Calabria”.
Secondo l’Assessore Orsomarso, nella vicenda delle Terme Luigiane la Regione “può rivestire solo il ruolo di spettatore attento.”
Mi permetto di rilevare che tale affermazione è smentita dalla legge regionale n. 40/2009 e da quanto scritto dal Direttore generale del Dipartimento Attività produttive, dott. Roberto Cosentino.
Andiamo con ordine, consideriamo prima la norma. La legge regionale n.40/2009 “Attività estrattiva nel territorio della Regione Calabria”, non prevede, per la Regione, il ruolo di “spettatore” ma di “vigilante” rispetto ad eventuali inadempienze del concessionario, in questo caso i comuni.
L’art. 9, comma 7, della l.r. n. 40/2009 prevede che “su iniziativa del Dipartimento Attività Produttive la concessione può essere sottoposta a decadenza, per accertate inadempienze del titolare nell'esercizio dell'attività mineraria.”.
Quindi la Regione ha, per legge, il compito di vigilare sul comportamento del concessionario affinché questi non commetta inadempienze e corrisponda alle finalità della concessione.
E quali siano le finalità delle concessioni, viene indicato, tra l’altro, all’articolo 4 della stessa l.r. 40/2009, ovvero: “razionalizzare lo sfruttamento dei giacimenti secondo un piano organico di attività produttiva che consenta il corretto utilizzo della risorsa mineraria regionale nel rispetto del preminente interesse pubblico, al quale l'attività mineraria va subordinata nella scelta delle tecniche di coltivazione e nelle dimensioni quantitative della produzione;”
Il testo della norma è fin troppo chiaro nel sancire che, per legge, la concessione ai comuni è finalizzata al corretto utilizzo della risorsa mineraria, ovvero delle acque termali, nel rispetto del preminente interesse pubblico.
Nel caso delle Terme Luigiane, dinanzi al mancato utilizzo delle acque termali per l’erogazione delle prestazioni sanitarie, ed al loro spreco con lo sversamento nel fiume Bagni, la Regione avrebbe dovuto assolvere al suo ruolo di vigilante sulla concessione, attivando il comma 7, dell’articolo 9 della legge regionale n. 40/2009 ed il collegato Regolamento n.3/2011.
Le acque termali sono un bene pubblico e la Regione, che è assegnataria della proprietà, ha il compito di vigilare affinché il bene pubblico non venga sprecato. Ben altro, rispetto al ruolo di mero “spettatore” a cui fa riferimento l’Assessore Orsomarso.
E con la mia stessa posizione si è già espresso il Dirigente generale del Dipartimento Attività produttive, dott. Roberto Cosentino, salvo poi a rimanere inerte dinanzi alle inadempienze dei comuni. Ma questa è storia di responsabilità personali di cui si dovrà rispondere nelle sedi opportune.
Il dott. Roberto Cosentino, con una sua comunicazione del 1° luglio 2021 indirizzata al sottoscritto, e per conoscenza all’Assessore Orsomarso ed al presidente f.f. Spirlì, in risposta ad una mia richiesta del 3 maggio 2021, ricostruisce la vicenda delle Terme Luigiane.
La lettera si conclude con questa affermazione: “Tanto premesso, lo scrivente Dipartimento ribadisce, anche alla luce delle disposizioni normative e regolamentari operanti in materia, nonché dei preminenti interessi pubblici sottesi alla gestione delle risorse termali, la necessità che venga garantita la regolare continuità del servizio per cui l’Ente regionale ha rilasciato apposito atto di concessione ai Comuni.”
Più chiaro di così non potrebbe essere.
La Regione Calabria, secondo il dott. Roberto Cosentino, ha rilasciato apposito atto di concessione ai comuni affinché “venga garantita la regolare continuità del servizio” e non perché i comuni ne facciano quello che gli pare, pertanto la regione non può fare da spettatrice. Anzi, Cosentino, a nome del Dipartimento, “ribadisce, anche alla luce delle disposizioni normative e regolamentari operanti in materia, nonché dei preminenti interessi pubblici sottesi alla gestione delle risorse termali, la necessità che venga garantita la regolare continuità del servizio.”.
Non l’ho scritto io ma il dott. Roberto Cosentino, Direttore generale del Dipartimento Attività produttive. Chiaro?!
Così si spiegano i miei insistenti tentativi di far rinsavire la Regione Calabria, rispetto alla necessità che svolgesse il ruolo che gli è proprio, ovvero garantire la continuità del funzionamento delle Terme Luigiane, l’erogazione delle prestazioni sanitarie e l’occupazione dei lavoratori. Finora non ci sono riuscito ma continuerò in questa battaglia di buon senso, prima ancora che di legalità.
*Consigliere regionale "Lega Salvini Calabria"