di Salvatore Fabiano
Uno sport semplice, un vero divertimento che genera passioni e continua a pervadere la vita di tutti i giorni in ogni angolo del mondo. Il calcio non conosce latitudini e longitudini, scavalca le une e le altre senza fatica.
Bastano due coppie di pietre a far da porta, un oggetto sferico capace di rotolare ed uno spiazzo del sagrato di chiesa, di piazzetta di borgo, di tratto di arenile...... e la partita inizia. Il calcio nasce come sport organizzato nella seconda metà dell'Ottocento in Inghilterra e si diffonde con celerità impensabile in quel periodo. In Italia il contagio inizia nelle regioni del Nord già industrializzate. Liguria, Piemonte e Lombardia conoscono le prime squadre alle quali, forse per affermare le nostre radici storiche e culturali, vengono attribuiti nomi classicheggianti.
Dopo il Genoa, nato nel 1893, è la volta della Juventus, fondata dagli studenti del Liceo Classico D'Azeglio di Torino, dalla Mediolanum (oggi Milan) e dall'Hellas nella città di Verona. Il prefisso “Pro”, in latino a favore, trova spazio nei nomi di gloriose compagini quali la Pro Vercelli e la Pro Patria di Busto Arsizio. Di particolare bellezza risulta il nome della squadra di Lodi all' inizio del Novecento: Fanfulla per rammentare un cavaliere eroe della famosa “Disfida di Barletta” del 1503, in cui emerge la figura di Ettore Fieramosca.
Nascono poi sodalizi in ogni città ed in quelle grandi del triangolo industriale altre squadre nei decenni successivi: mi riferisco al Torino Calcio, all'Internazionale di Milano ed alla Sampdoria di Genova, che è il risultato di una fusione tra l' Andrea Doria e la Sampierdarenese. Il calcio invade lo spirito di alcuni letterati del secolo scorso come Umberto Saba, che dedica al nuovo fenomeno ben cinque poesie, come Pierpaolo Pasolini, Albert Camus e Jean Paul Sartre. Camus, bravo portiere, si spinge avanti fino ad affermare: “Quel poco che so della morale l'ho appreso sui campi di calcio e nelle scene dei teatri, le mie vere Università”.
Sartre definisce il gioco del calcio come“ Metafora della vita”. Siamo all'esaltazione filosofica di un gioco! Discendendo nella penisola, da poco diventata Italia, lo sport del pallone giunge nella nostra Regione. Nella Calabria Citeriore le prime note calcistiche si scrivono a Cosenza, Castrovillari, San Marco Argentano, Rossano, Mormanno, Civita, Paola e San Lucido. Appaiono anche sodalizi di breve durata come lo Sprting Club Audax di Portapiana. Nella Calabria Ulteriore il vero boom lo conosce la zona del reggino. La Fortitudo Locrese è già affiliata alla Federazione Ginnastica nei primi anni del Novecento.
Poi giungono la Juventus Siderno, la Bovalinese e l'Unione Sportiva Reggio Calabria. Nella città dello Stretto nascono pure l'Ausonia ed il Reggio Foot Ball Club. Nella zona centrale calabrese sorgono, nel contempo, la Catanzarese, il Tropea, la (Vigor) Nicastro, il Soverato. Anche nel resto della Calabria il calcio si pratica, ma manca l'ufficialità e l'affiliazione che trovano vita dopo la fine della prima guerra mondiale.
L'organizzazione e la struttura attuale derivano dall'avvento delle “Carte di Viareggio” del 1926 che introducono il principio suggerito dalla FIFA della suddivisione in “società dilettanti e non dilettanti”, antenato del professionismo attuale. Nei ritagli di giornali di quel periodo si legge di partite disputate tra gruppi di atleti dei paesini vicini, ma senza alcun riferimento alle Federazioni nazionali, regionali e provinciali. Si legge di gare amichevoli disputate a S.Demetrio Corone, a Trebisacce, a Scalea, a Belvedere ed a Cetraro. Dopo questa data viene concepito l'organico con categorie diverse ed a struttura piramidale.
Nel 1928 sarà la volta dell'uscita delle squadre calabresi verso il Campionato Interregionale di Terza Categoria. Vi partecipano: la Catanzarese, la Paolana, il Dopolavoro Sportivo Cosenza, la Garibaldi di Reggio Cal., la Gallicese, la Locrese e la Vigor Nicastro. Il seme è gettato, il calcio dei primordi ha lasciato il posto a quello organizzato, le pietre per segnare le porte davanti alle Chiese o nelle Piazze sono scomparse. L'onda della passione sportiva ha travolto tutti.
L'avvento della radio che trasmette le partite con la voce di Nicolò Carosio domina i pomeriggi delle domeniche in ogni casa in ogni bar, in ogni piazza. E' nato il tifo che contagia uomini e donne, grandi e piccini!
Foto d'epoca dall'archivio personale di Egidio Rogati.