di Ivana Orlando
Comico: Non fa ridere l'ultimo monologo di Beppe Grillo, su come una studentessa di 19 anni, italo-norvegese, stuprata in gruppo nella villa in Costa Smeralda, consenziente o non consenziente, oltretutto in minorata difesa, possa divenire colpevole per aver elaborato un trauma e prendere coscienza di ciò che è successo, dopo otto giorni.
Come se il dolore avesse una scadenza, superato tal termine non è credibile.
Leader: Molte donne appartenenti al movimento 5 stelle hanno disapprovato, dissociandosi dalle dichiarazioni del garante del partito politico.
Non ci compete la valutazione di una scelta personale, non è illegittimo disporre del proprio libero arbitrio se questo non tracimi in abuso.
Non cadiamo nell’ennesimo becero pensiero: se l’è cercata.
Non dobbiamo elevarci a giudici.
Ma come ogni ruolo che incarna una posizione rilevante di un partito, di un’istituzione, qualsiasi indirizzo abbia, dovrebbe essere d’esempio.
Quali conseguenze potrebbero assumere le parole utilizzate dal leader del Movimento 5 stelle?
Soprattutto in quelle ragazze che in questo momento hanno subito uno stupro.
La paura di denunciare?
Tacciate di falso. E da presunti carnefici a presunte vittime.
Vittime colpevolizzate.
Un padre: E se fosse stato il padre della ragazza?
Avrebbe dato la stessa versione, esplicitata in modo goliardico e festaiolo come un raduno di genitali al di fuori dei propri pantaloni?!
Grillo, esponente di livello, ma di un basso livello sono le sue di parole.