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Teheran lancia oltre 200 tra droni e missili, Tel Aviv afferma di averne intercettato il 99% e promette una "risposta significativa". Colpita una base nel deserto del Negev. Ci sono feriti. Biden chiede a Netanyahu di non rispondere. L'Onu convoca una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza. Razzi anche da Hezbollah

 

AGI - L'Iran ha lanciato oltre 200 tra droni e missili contro obiettivi militari sul territorio israeliano in risposta all'attacco di Tel Aviv a Damasco che il 1 aprile ha causato la morte di alcuni alti funzionari dei Guardiani della Rivoluzione.

Lo Stato ebraico ha promesso una "risposta senza precedenti" e riferito che il 99% dei proiettili è stato intercettato, un successo al quale ha contribuito il supporto aereo di Usa, Gran Bretagna e Giordania. L'attacco, condannato dall'Onu e dalle cancellerie occidentali, ha causato una trentina tra contusi e feriti, tra cui una bambina in gravi condizioni.

La Repubblica Islamica sostiene di aver colpito una base aerea israeliana nel deserto del Negev ma, secondo le forze armate israeliane, ci sono stati solo "minimi danni infrastrutturali". Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha convocato il G7 per una "reazione diplomatica unita" e ha telefonato al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, invitandolo a non rispondere all'attacco. Washington non vuole farsi trascinare in un conflitto più vasto e non è convinta dalla condotta bellica di Israele, riferiscono fonti dell'amministrazione americana. L'Egitto, che ha messo il suo cospicuo esercito in stato di allerta, e l'Arabia Saudita hanno invitato entrambe le parti a esercitare la "massima moderazione". La Cina ha espresso "profonda preoccupazione". Il vice rappresentante permanente russo alle Nazioni Unite ha affermato che "tutto dipenderà da
Secondo il New York Times, Israele coordinerà la risposta con gli alleati. I danni causati dall'attacco sono stati definiti "molto piccoli" e in tutto sarebbero stati scagliati 36 missili da crociera e 185 droni, con il sostegno degli alleati regionali quali Hezbollah, gli Houthi e alcune milizie sciite irachene. L'Onu, su richiesta di Israele, ha convocato una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza. Il rappresentante iraniano presso il Palazzo di Vetro ha affermato di aver esercitato il diritto di autodifesa, a seguito di un attentato sul proprio territorio. Se per Israele è difficile non rispondere, le autorità di Teheran sarebbero state sottoposte a pressioni interne insostenibili se non avessero agito dopo i fatti di Damasco. La rappresentanza iraniana all'Onu ha infatti rivendicato di aver agito in base al principio di autodifesa.i prossimi passi delle parti coinvolte, o dalla loro scelta di non compierne".

 

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