di Giovanni Macrì
Con il caso dell'altro ieri, l’uccisione a Marsala (TP) della 39enne Marisa Leo, sono già ben 11 le donne morte in Sicilia nel 2023 per mano violenta... vittime di femminicidio.
In Italia, invece, se ne contano ben 78.
Una scia di sangue interminabile che vede al centro di questi efferati delitti, come causa primaria, la sete di potere, il delirio di onnipotenza, di controllo sulla partner... che sia moglie, fidanzata, compagna o componente familiare... sempre in ambito affettivo.
Raramente il femminicidio avviene per motivi professionali.
Alla base c'è quasi sempre un movente di tipo passionale, frutto di una concezione culturale errata che vede l’imposizione di un totale dominio sulla donna, come fosse una propria proprietà, che trova la morte, il più delle volte, nel momento in cui essa decide di spezzare questo legame malato e traumatico.
Nella maggioranza dei casi il femminicidio non è frutto di un’inaspettata perdita di controllo o della presenza di patologie psichiatriche da parte dell’assassino, ma rappresenta l’estremo di una serie di atti violenti a cui la donna è stata sottoposta dal punto di vista sessuale, fisico, psicologico o economico da parte dell’uomo che, un tempo, le aveva dichiarato tutto il suo amore. Si tratta, dunque, di omicidi dolosi o preterintenzionali a sfondo discriminatorio o con matrice patriarcale.
Questi i nomi delle vittime in Sicilia nel 2023:
Marisa Leo Marsala (TP) 6 settembre 2023
Vera Schiopu Ramacca (CT) 19 agosto 2023
Mariella Marino Troina (EN) 20 luglio 2023
Ilenia Bonanno Fontanelle di Agrigento 6 luglio 2023
Cettina De Bormida Catania 10 giugno 2023
Maria Febronia Buttò Gioiosa Marea (ME) 10 marzo 2023
Rosalba Dell'Albani Giarratana (RG) 4 marzo 2023
Melina Marino Riposto (CT) 11 febbraio 2023
Santa Castorina Riposto (CT) 11 febbraio 2023
Margherita Margani Pietraperzia (EN) 4 febbraio 2023
Teresa Spanò Bagheria (PA) 2 gennaio 2023
Il femminicidio è un problema che purtroppo non tende a fermarsi, anzi è destinato a crescere.
Si assiste a un’escalation di violenza che spesso inizia con la sola violenza psicologica, poi con quella sugli oggetti e sulle persone, ed ancora... minacce, maltrattamenti, condotte persecutorie, percosse... fino al femminicidio.
Bisognerebbe ai primi segnali che questi anomali, malati comportamenti vengano denunciati e non perdonati e che le autorità preposte, messe a conoscenza dei fatti, intervengano immediatamente ponendo al riparo le vittime con i provvedimenti cautelari previsti dalla legge, ma molto spesso non concessi dai giudici.
Ma soprattutto mai più aprire la porta all’aggressore, mai più fidarsi di lui!
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