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di Lucia Zappalà

Quello che sono oggi gli stranieri extracomunitari in Italia, lo erano gli stessi italiani (i meridionali) nella nostra penisola negli anni del boom economico. Milioni di meridionali disoccupati lasciarono la loro terra per trasferirsi al nord con l'aspettativa o l'illusione di una vita migliore. Una luce improvvisa di speranza in collisione con la realtà.

Infatti, la loro integrazione con la popolazione locale non fu facile. Gli immigrati parlavano il loro dialetto, avevano uno stile di vita e un modo di pensare diverso da quello dei settentrionali, che non comprendendoli, li nominavano "terroni" con denigrazione e spregio.

Oggi come allora si manifesta lo stesso atteggiamento di discriminazione verso il forestiero con abitudini, usi e costumi diversi.

Ogni periodo storico ha il suo immigrato scomodo e pericoloso. I siciliani, per esempio, che emigravano al nord negli anni cinquanta erano considerati tutti mafiosi così come ora si ritengono delinquenti tutti i migranti. È sempre esistita la xenofobia; quest’aperta insofferenza verso ciò che è differente, accompagnata da un susseguirsi di stereotipi e pregiudizi.

Alcuni immigrati extracomunitari vivono in abitazioni fatiscenti e persino più famiglie abitano nello stesso mini appartamento, ma una buona parte di loro è perfettamente integrata nella vita sociale italiana. Tuttavia l'immigrazione, in questo momento, è molto temuta dagli italiani. E dà origine a discussioni, polemiche tra chi è favorevole e chi è contrario. Tra chi pensa che l'immigrato debba essere accolto perché la sua condizione di povertà è disumana e perché il continente africano è sempre stato sfruttato dalle grandi potenze europee, e chi dichiara: "Diamo una mano sì, ma a casa loro".

Ha creato scalpore negli ultimi anni la decisione di un insegnante trevigiano.

Antonio Calò, professore di storia al liceo Canova di Treviso, ha accolto in casa, assieme alla moglie, Nicoletta Ferrara, sei profughi africani che sono scappati da un passato disastroso, dallo sterminio del deserto.

Antonio Calò vive con la moglie (anche lei insegnante) e i quattro figli, a Camalò, un paese in provincia di Treviso.

Tante sono state le critiche, le accuse e gli insulti sul social network nei loro confronti.

«Se avesse dato la casa agli italiani in estrema povertà, allora sarebbe un santo, ma ha preferito darla agli immigrati percependo 30 euro a testa: non è santità è business». Queste e molte altre le frasi inappropriate lette sul web.

Il professore trevigiano spiega come sia arrivato a fare questa scelta di accoglienza e non solo. La sua è stata anche un'opera d’inclusione senza vantare gesta da eroe. Ecco le sue parole al riguardo: "Di solito lo schema è: si guarda, si soffre e si passa oltre, dopo aver spento la tv, mentre noi abbiamo sentito bruciare il nostro privilegio".

Inoltre L'insegnante di Camalò ha saputo cogliere il vantaggio "dell'altro"; del diverso, dello straniero. Ne ha fiutati per di più il profondo valore, l'importanza poiché ci completa. È il pezzo mancante del puzzle della cultura sociale.

Ha capito quanto sia necessario ascoltare chi arriva da lontano mentre narra della sua terra, dei suoi prodotti, delle sue fragranze, di sapori.

Ha scoperto la gioia di quei racconti e tutta la ricchezza che ne potrà ricavare. Una ricchezza che non darà potere ma colmerà di pace l'anima.

Antonio Calò ha anche ricevuto dal presidente della Repubblica, l’importante riconoscimento dell’Onorificenza al Merito.

 

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Info Autore
Lucia Zappalà
Author: Lucia Zappalà
Biografia:
Lucia Zappalà nasce nel 1971 in Sicilia. Inizia a scrivere poesie al Liceo Classico, scrittura che abbandona subito dopo la maturità. Dopo due decenni di “astinenza” si ridesta forte e imponente il bisogno di dedicarsi di nuovo alla scrittura, riscoprendo che la Poesia è ciò che dà un senso a tutto quando chiude gli occhi la sera. Riprende nell’estate del 2015 nascondendo dapprima questa passione, lasciandosi andare dopo alla condivisione dei suoi testi. Partecipa a concorsi nazionali, conseguendo svariati riconoscimenti. Sue poesie sono presenti in varie antologie di AA. VV. “Scriverai d’una luna nuova”, pubblicato con Akkuaria nel 2019, è il suo primo libro, che è già stato premiato in vari concorsi letterari. Dal 1997 vive a Istrana (TV) col marito e i due figli.
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