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di Adelaide Baldi 

Il 6 maggio a Salerno si celebra la traslazione di San Matteo. É il giorno in cui  le spoglie dell’Apostolo furono portate nella città, nel 954 d. C., dopo secoli di peregrinazioni.  

Partiamo da Velia, dove le reliquie del Santo sono rimaste nascoste per circa quattro secoli. «Lèvati presto e sollecita tuo figlio Atanasio affinché cerchi con scrupolo il luogo ove anticamente sorgevano le terme e, una volta trovatele, guardi sulla sinistra ove scorgerà una fabbrica che fu un tempo la dimora di un potente personaggio. Sappia che questa, in seguito, alcuni anacoreti la trasformarono in chiesa, che però, volle la Potenza divina, fu distrutta dai barbari; lì troverà un altare coperto di rovi e quando ne sarà tolto il marmo rinvenirà il mio sepolcro nel quale un gruppo di fedeli tanto tempo fa  collocarono con devozione e decoro il mio corpo».  Secondo note storiche così parlò l’Apostolo Matteo apparso in sogno ad una pia donna di nome Pelagia. Il figlio di lei, il monaco Atanasio, seguì le istruzioni e rimosso l’altare trovò la sepoltura.

 

Recuperate le spoglie pensò di trasportarle a Costantinopoli, non per motivi religiosi ma, per farne commercio. Provò a salpare dal piccolo porto alla foce dell’Alento, gli fu impedito da un’improvvisa e violenta tempesta. Riprovò una seconda volta, andò allo stesso modo. Allora  decise di nascondere  il “tesoro” nella località “Ad duo flumina”, cioè alla confluenza dei fiumi Alento e Velino, nel distretto della Lucania, dove oggi c’è l’attuale cappella di San Matteo, a Casal Velino Marina. All’interno della chiesa è a tutt’oggi presente l’Arcosolio (monumento funebre costituito da un sarcofago sormontato da una nicchia ad arco).

 

Dopo non molto tempo il vescovo Giovanni, presule della santa sede Pestana, venne a sapere del ritrovamento. Per salvare le reliquie dell’Evangelista da una possibile profanazione andò a piedi, da Capaccio-Paestum, da Atanasio per farsi consegnare i resti mortali del Santo. Recuperate le spoglie s’incamminò per la via del ritorno. Dopo aver attraversato il fiume Malla e riposato la notte nella chiesa di San Pietro, raggiunse la località di Rutigno (Rutino). Qui avvenne un miracolo: i portatori stremati dalla sete furono sorpresi dall’improvvisa e provvidenziale comparsa di una sorgente d’acqua che fu successivamente denominata di “San Matteo”. Finalmente, dopo ore di cammino, il corpo arrivò nella Cattedrale di Capaccio, l’attuale Santuario diocesano della Madonna del Granato. La notizia si propagò fino a Salerno, allora capitale del Principato longobardo. Il principe Giusulfo I si recò dal Vescovo di Salerno, Bernardo II, e ordinò di precipitarsi a Capaccio per prelevare le reliquie  e portale a Salerno, per metterle in sicurezza e preservarle dalle continue incursioni saracene presenti in quell’area. Vennero provvisoriamente collocate nell’aula della Madre di Dio, nel palazzo del principe. Lì rimasero, quasi dimenticate, fin quando nel 1080 furono collocate nella cripta del Duomo di Salerno reintitolata all’Evangelista. 

Sappiamo che San Matteo nacque in Israele e chi era. Non si sa di preciso la causa della sua morte  Secondo alcuni antichi scritti l’Apostolo predicò il messaggio di Cristo in Africa e lì fu ucciso nel 70 d.C., in Etiopia. Secondo altri morì di vecchiaia.  Ma cerchiamo di capire come e perché il corpo dell’Evangelista giunse fin qui. Torniamo un attimo indietro.  Dopo un po' di tempo dalla sua morte alcuni mercanti decisero di trasportare in Europa le reliquie per venderle, come era in uso in quell’epoca. I mercanti sbarcarono a Pointe Saint-Mathieu e nascosero il corpo del Santo in un monastero bretone, in quanto non trovarono subito riscontro alla loro intenzione. Un prefetto militare lucano, Gavino, prese il corpo del Santo e lo portò nella sua città natia, Velia nel Cilento. 

Nel  2018 è stato inaugurato “Il cammino di San Matteo”. Fortemente voluto dal presidente, Alfonso Griego, del gruppo di preghiera  “I fedeli di San Matteo”, in particolare dopo l’arrivo delle reliquie dell’Apostolo dal Duomo di Salerno a Casal Velino Marina dopo 1063 anni. É un percorso storico ricco di fede che ripercorre le tappe della traslazione del Santo. Il percorso è lungo circa 140 km ed è suddiviso in 6 tappe: Velia, Casal Velino Marina, Rutino, Capaccio e Salerno. “Il cammino di San Matteo” è stato inserito nei “Percorsi dell’Anima” dall’Assessorato al Turismo della Regione Campania.  

 

Immagini dal web - Nella 1ª foto la Cripta di San Matteo nel Duomo di Salerno 

 

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Info Autore
Adelaide Baldi
Author: Adelaide Baldi
Biografia:
Adelaide Baldi è nata in Valtellina nel 1970. Dall’età di 7 anni vive nella patria della Dieta Mediterranea, sulla costa del Cilento. Giornalista pubblicista, iscritta all'Albo dell'Ordine dei Giornalisti della Campania. Collabora con "Cronache Cilentane": periodico di informazione del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
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