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di Virginia Murru

Mentre S&P conferma il rating per l’Italia a BBB, con outlook stabile, e un Pil che nel corrente anno è previsto in aumento del 4,7%, l’osservatorio sull’economia dell’Italia è puntato sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Il programma di sostegno finanziario, dovrebbe aiutare a superare l’impatto economico e sociale causato dalle misure di contenimento adottate per affrontare l’emergenza sanitaria.

Il Piano è legato al Next Generation EU, ed ha il fine di rendere il Paese più equo ed inclusivo, portandolo in una sponda più sicura sul piano economico, attraverso una serie d’interventi innovativi e dinamici, studiati per rendere l’economia più competitiva.

Gli obiettivi sono ambiziosi, perché notevole è la movimentazione di risorse destinate ad interventi strutturali, che siano in grado di sostenere le sfide ambientali, tecnologiche e sociali di questa micidiale congiuntura determinata dalla pandemia. Emergenza che ha richiesto mezzi eccezionali per superare le enormi difficoltà affrontate dallo Stato da oltre un anno.

Un’Italia nuova, più consapevole delle sue potenzialità, dovrebbe emergere dopo la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: le strategie messe in campo sono decisive per l’attuazione dei tanti obiettivi che sono stati fissati.

Saranno intanto mobilitati oltre 300 miliardi di euro, in gran parte grazie alle risorse Next Generation EU (210 mld), integrate, secondo gli intenti del Mef, con ulteriori fondi stanziati tramite la Programmazione di Bilancio 2021-26.

Si pensa in grande con questo importante pacchetto d’investimenti e riforme, dalle quali ci si attende un ambizioso potenziale di crescita per la nostra economia. Il primo risultato di questo dispiegamento di risorse riguarda il rafforzamento del tessuto produttivo, e un notevole incremento dell’occupazione, bersagli della pandemia, ma si mira anche a favorire la cosiddetta ‘transizione ecologica’.

 

Figura 1.1 – Ripartizione risorse del piano per componente finanziaria (311,9 miliardi): 145,2 RRF Nuovi progetti; 13,0 REACT-EU; 65,7 RFF Progetti in essere; 7,9 SIE/PON FEASR; 80,1 Bilancio 2021-2026. (Dal sito ufficiale Mef)

Le priorità strategiche riguardano appunto la transizione ecologica, la digitalizzazione, l’innovazione e l’inclusione sociale. Questi secondo gli intenti dell’esecutivo, sono i fondamentali nodi strutturali dai quali ripartire per stimolare la crescita e rimettere in moto l’economia del Paese,

Tutte le misure e i mezzi finanziari destinati ai vari interventi del Piano, strategicamente dovranno massimizzare il loro impatto, tenendo sempre presenti i criteri d’inclusione e giustizia sociale, che implicano misure volte a tutelare la parità di genere e le difficoltà dei giovani, oltre alla questione del Mezzogiorno, mai davvero superata,

Il PNRR dovrà superare queste sfide per ripartire con solide fondamenta. Secondo gli obiettivi del Piano, oltre ai quasi 200 miliardi previsti dal Recovery Fund, ci sono 13,5 mld di React Eu, e 1,2 mld del Just Transition Fund.

Sempre nel programma del Piano, è prevista l’integrazione di una parte dei fondi nazionali destinati alla Coesione e Sviluppo.

Tali interventi permetteranno di aumentare la quota di investimenti pubblici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e di rafforzare quelli per il riequilibrio del territorio, con il massimo supporto all’economia del Meridione, tramite movimenti infrastrutturali, potenziamento dei servizi pubblici essenziali, e attenzione ai settori più fragili, in primis Sanità e Istruzione.

Secondo gli intenti del Ministero dell’Economia, investimenti e riforme sono i pilastri del Piano, cresceranno le risorse rivolte agli investimenti pubblici, che avranno un impatto moltiplicativo sulla produzione e l’occupazione. Particolare attenzione a transizione 4.0, che sono un forte stimolo per gli investimenti privati.

Si tratta di interventi in linea anche con le Raccomandazioni dell’Ue, e si prefiggono di rendere più dinamica e snella la burocrazia, oltre a ridurne gli oneri, eliminando nel contempo gli ostacoli che hanno reso ostici i percorsi per la realizzazione degli investimenti, limitando l’impatto positivo.

 Tra le riforme quelle della Giustizia e P.A., del sistema tributario, al fine di renderlo più equo. Nel contesto degli interventi più peculiari in questa fase, c’è la transizione verde e digitale, di grande importanza per il Piano, rivolta allo sviluppo e al nuovo ruolo che spetta all’Italia nel contesto internazionale.

Entro il 2026 dovrebbe concretizzarsi l’obiettivo della ripresa, con un aumento del Pil previsto di almeno 3 punti percentuali.

 

 
 
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