di Alberto Micelotta
Nei giorni scorsi i lavoratori dello Spettacolo e della Cultura hanno messo in atto, in tutto il territorio, diverse forme di protesta per richiamare l'attenzione su una situazione che investe moltissimi lavoratori, creativi, tecnici e artisti in tutta Italia.
Un settore che già prima della crisi sanitaria era molto fragile a causa del meccanismo produttivo che lo caratterizza e che, con lo stop forzato delle attività al fine di prevenire e ridurre i contagi legati alla pandemia, ha visto crescere le difficoltà di sopravvivenza e le opportunità di crescita lavorative e umane.
L'occupazione del Globe Theatre a Roma, le manifestazioni dei "bauli in piazza", le raccolte di firme per i riconoscimenti dei diritti legati alla riproduzione dell'atto performativo online sulle nuove piattaforme di diffusione, sono esempi di azioni dimostrative di una categoria che, nella necessità e nell'opportunità di segnalare il proprio disagio, sceglie strade cariche di creatività, in linea con la vocazione del settore di appartenenza.
Ho raggiunto telefonicamente la deputata Anna Laura Orrico la quale, durante il Governo Conte 2, ricoprendo l'incarico di Sottosegretaria al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, aveva avviato un dialogo diretto con gli operatori dello spettacolo, per renderli parte attiva nella riforma del settore che il fermo legato alla diffusione del Coronavirus rendeva possibile affrontare.
Ecco quanto ha dichiarato:
"Sicuramente gli atti di protesta, come l'occupazione del Globe Theatre, quando sono degli atti propositivi e pacifici, sono sintomo di quella che è una società democratica e anche di quella che è la vivacità del confronto che deve ovviamente esistere tra i cittadini, le parti sociali e chi rappresenta le Istituzioni.
È sacrosanto quello che chiedono i lavoratori dello spettacolo e, dopo tutto, la pandemia ha accentuato e acceso un riflettore.
Da parte delle Istituzioni esiste un impegno, già iniziato durante il Governo Conte 2, attuato tra il Ministero della Cultura e il Ministro del Lavoro, per costruire le nuove tutele sociali per i lavori dello spettacolo e anche delle forme contrattuali che, pur nella flessibilità di chi lavora nel mondo della Cultura e dello Spettacolo, non si trasformino in precariato e, quindi, nell'impossibilità di progettare e di programmare il futuro non solo lavorativo ma anche personale, quello della vita privata.
C'è un cambiamento culturale che dev'essere fatto, secondo me, nel nostro Paese, quando parliamo di Cultura e quando parliamo di chi lavora nel mondo della Cultura: spesso non viene percepito come un vero e proprio professionista, come un vero e proprio lavoratore, mentre in realtà tutto ciò che sta dietro la professione dell'artista è tanto studio e tanta preparazione e bisognerebbe anche iniziare a dibattere seriamente sull'istituzione di un Reddito Artistico che permetta a chi lavora nel mondo dello spettacolo di avere un sussidio da parte dello Stato quando non si trova nella condizione di lavorare bensì in quella fase di creazione e di studio, che è preparatoria.
Non dobbiamo dimenticare i traumi di questa pandemia e mi auguro che si continuerà a lavorare, non solo per investire di più in Cultura ma per investire soprattutto sulle professionalità che riguardano il mondo della Cultura.
A questo proposito ritengo sia fondamentale insistere e potenziare, per esempio, il Fondo per le nuove Competenze e la Formazione, istituito durante il Governo Conte 2 dal Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, fondo al quale forse pochissime realtà del mondo dello spettacolo hanno aderito - una su tutte il Teatro San Carlo che così ha potuto garantire ai propri lavoratori, nel periodo di fermo, anche la formazione e l'aggiornamento professionale.
Queste sono le traiettorie secondo le quali bisogna continuare a lavorare".
Un segno di speranza dalla Camera dei Deputati arriva dunque dalle parole di una competente esponente di una delle forze di Governo. Un messaggio che racchiude anche un invito a tutti i lavoratori, quello di continuare a fare sentire la propria voce e la possibilità di una prospettiva: il Reddito Artistico.
Nel ringraziare la deputata Anna Laura Orrico, da operatore del comparto culturale di questo Paese, mi auguro che il progetto di rinnovamento del settore venga pianificato al più presto e con la più ampia e variegata platea di interlocutori e consulenti, in modo da dare nuova e reale linfa vitale a quella che rappresenta una delle potenzialmente più importanti attività produttive future dell'Italia post pandemica.