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di  Massimo Reina

 

I primi ribelli della guerra civile siriana, che è iniziata nel 2011, erano in gran parte cittadini siriani che protestavano contro il regime di Bashar al-Assad, e molti di loro erano civili, disertori dell'esercito e soldati siriani che si opposero al governo. Le prime manifestazioni di protesta pacifica erano sostenute principalmente da gruppi di attivisti locali, intellettuali e giovani che chiedevano riforme politiche e la fine delle repressioni del regime. Quando le manifestazioni vennero brutalmente represse, alcuni di questi manifestanti si armarono e si unirono alla resistenza, formando i primi gruppi ribelli locali.

 

 

Che fine hanno fatto i ribelli iniziali?

Molti di questi ribelli iniziali erano comunità locali che cercavano di difendersi dal regime. La guerra civile siriana, però, è rapidamente degenerata, e con il passare degli anni, gruppi jihadisti e milizie islamiche di altre nazioni hanno assunto un ruolo sempre più predominante, spingendo i gruppi locali fuori dalle aree di potere e riducendo la rappresentanza di coloro che inizialmente combattevano per la libertà e riforme democratiche.

In sintesi, i ribelli originari, che combattevano per motivi di giustizia sociale e politica, sono stati in gran parte soppiantati o assorbiti dai gruppi jihadisti. Molti di loro sono stati costretti a fare scelte difficili, come allearsi con i jihadisti o fuggire dal paese, mentre altri sono stati sconfitti o hanno cessato di combattere. Oggi, la guerra è dominata da fazioni più radicalizzate, che spesso non riflettono più le motivazioni dei primi ribelli.

Chi sono oggi i “ribelli” che hanno “liberato” la Siria?

Oggi la maggior parte dei gruppi ribelli sono jihadisti e milizie islamiche, molti dei quali sono stranieri e provengono da paesi come la Turchia, l'Arabia Saudita, il Pakistan, o addirittura da paesi occidentali. I gruppi come ISIS, HTS, e altri gruppi legati ad al-Qaeda hanno preso il sopravvento, sia a causa delle alleanze strategiche, sia per il supporto militare ed economico ricevuto da potenze esterne.

Questi gruppi hanno avuto un forte impatto sulla guerra, spostando l'equilibrio a favore delle fazomioni più ideologicamente orientate verso l'islamismo radicale. La presenza di combattenti jihadisti ha anche complicato ulteriormente la guerra, portando a un aumento della violenza settaria, dei conflitti interni tra diverse fazioni ribelli e a un maggiore coinvolgimento di attori esterni, come la Russia, l'Iran e gli Stati Uniti, che hanno sostenuto diverse fazioni con obiettivi spesso contrastanti. Eccoli nel dettaglio:

1. Hayat Tahrir al-Sham (HTS)

Ex ramo di Al-Qaeda in Siria col nome di Jabhat al-Nusra, HTS è uno dei gruppi jihadisti più potenti a Idlib. Dopo essersi separato da Al-Qaeda, si è fusa con altri gruppi minori come Jaish al-Fateh, e ha cercato di posizionarsi come il principale gruppo di opposizione nel nord-ovest della Siria. Pur presentandosi come una forza di "liberazione" della Siria, la sua ideologia è salafita-jihadista. HTS ha forti legami con la Turchia, pur mantenendo una struttura indipendente.

2. Ahrar al-Sham

Un gruppo di opposizione islamista che ha cercato di combinare la lotta armata contro il regime siriano con una visione islamica conservatrice. Inizialmente molto influente, ha avuto alleanze con altri gruppi ribelli, inclusi quelli finanziati dalla Turchia, ma ha visto una riduzione del potere a causa di conflitti interni e rivalità con altre fazioni. Il gruppo si è impegnato a "difendere la Siria dalle forze straniere", ma con una chiara impronta islamista.

3. Faylaq al-Sham

Un gruppo di milizie islamiste che, come Ahrar al-Sham, ha lottato contro il regime di Bashar al-Assad e ha ricevuto supporto dalla Turchia. Faylaq al-Sham ha operato principalmente nella regione di Idlib, con l'obiettivo di stabilire un governo islamico in Siria. Nonostante la sua ideologia islamista, è stato in grado di cooperare con altri gruppi ribelli.

4. Harakat Nour al-Din al-Zenki

Inizialmente sostenuto dalla Turchia e da altri attori occidentali, questo gruppo era composto principalmente da combattenti siriani che cercavano di rovesciare Assad. Harakat Nour al-Din al-Zenki ha subito un calo di potere negli ultimi anni a causa delle rivalità interne e dei conflitti con altri gruppi jihadisti.

5. Liwa al-Ilah

Un gruppo che ha operato principalmente a Idlib, con un focus sulle attività contro il regime siriano. Ha ricevuto supporto dalla Turchia e ha agito in alleanza con altri gruppi ribelli. Ideologicamente, è vicino a Ahrar al-Sham, con una forte enfasi sull'Islamismo radicale.

6. Sultan Murad Brigade

Un gruppo di ribelli siriani sostenuto dalla Turchia. Composto principalmente da combattenti turcomanni, ha avuto un ruolo chiave nelle operazioni turche in Siria, specialmente nell'area di Afrin e nelle zone limitrofe a Idlib. Il gruppo ha collaborato con le forze turche in diverse operazioni contro le forze curde e il regime di Assad.

7. Jaysh al-Islam

Un gruppo salafista che ha operato principalmente nell'area di Ghouta orientale prima di essere costretto a spostarsi nel nord-ovest della Siria. Anche se meno potente di altri gruppi, Jaysh al-Islam ha mantenuto una parte della sua presenza a Idlib, con alleanze informali con altri gruppi ribelli. Il gruppo è noto per la sua visione islamica conservatrice e il suo impegno contro il regime di Assad.

8. Suriye Milli Ordusu (SMO)

Una coalizione di gruppi ribelli siriani, tra cui molti gruppi turcomanni e altre fazioni islamiste. Il gruppo ha ricevuto finanziamenti dalla Turchia e ha operato sotto il comando diretto turco in operazioni contro le forze curde e contro il regime di Assad. Il SMO ha avuto un ruolo fondamentale nell'offensiva di Afrin e in altre aree settentrionali della Siria.

 

 

 

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Info Autore
Massimo Reina
Author: Massimo Reina
Biografia:
Giornalista, scrittore e Social Media Editor, è stata una delle firme storiche di Multiplayer.it, ma in vent’anni di attività ha anche diretto il settimanale Il Ponte e scritto per diversi siti, quotidiani e periodici di videogiochi, cinema, società, viaggi e politica. Tra questi Microsoft Italia Tecnologia, Game Arena, Spaziogames, PlayStation Magazine, Kijiji, Movieplayer.it, ANSA, Sportitalia, TuttoJuve e Il Fatto Quotidiano. Adesso che ha la barba più bianca, ascolta e racconta storie, qualche volta lo fa con le parole, altre volte con i video. Collabora con il quotidiano siriano Syria News e il sito BianconeraNews, scrive per alcune testate indipendenti come La Voce agli italiani, e fa parte, tra le altre cose, dell'International Federation of Journalist e di Giornalisti Senza Frontiere. Con quest’ultimo editor internazionale è spesso impegnato in scenari di guerra come inviato, ed ha curato negli ultimi 10 anni una serie di reportage sui conflitti in corso in Siria, Libia, Libano, Iraq e Gaza.
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