di Laura Jovinelli
L’ULTIMO DEI “ CASTAGNARI” ( er callarostaro) in una Roma che cambia, in un quartiere che si trasforma, ci sono personaggi che, loro malgrado, hanno la capacità di fermare il tempo, di fissarlo come se non fosse mai passato.
Chi ha la mia età, e non solo, sicuramente lo ricorda perché da lì non si è mai mosso: è “il signore delle castagne”, come lo chiamavo da piccolina, seduto davanti all'entrata principale della Rinascente, a Piazza Fiume (precisamente su Via Salaria).
Dall’inizio dell'autunno fino ad inverno inoltrato, da più di 50 anni arriva con la sua ape 50 verde scuro, il suo braciere, uno sgabellino e due sacchi con carbone e castagne. Comincia ad intagliare con cura e pazienza, accende la brace e in un istante la strada “profuma” di buono, di infanzia, di ricordi belli, di felicità.
Riesco a percepirlo anche dalla finestra di casa, lo cerco con gli occhi e il tempo si ferma.
Il suo nome è TITO, l‘ultimo dei castagnari, vestito di scuro con la sua coppola appena appoggiata, chino a preparare i cartoccetti, sull’ottantina, silenzioso e riservato, il viso abbronzato e segnato dal tempo.
Originario di un paesino in provincia di Chieti, non ha mai fatto altro nella vita se non il castagnaro .
TITO sopravvive ai cambiamenti, al tempo che fugge, alla Roma che sparisce!
Nella foto si era posizionato all' angolo con via Aniene per lavori alla Rinascente.