di Lorenzo Rossomandi
Un cittadino stava passeggiando nel parco, quando vide seduto su una panchina lo Stato. Inizialmente rimase stupito da quella visione. Non è normale incontrare lo Stato seduto su di una panchina in un parco della propria città.
Dopo i primi momenti di smarrimento decise di approfittare per fargli alcune domande.
Si avvicinò e chiese il permesso di sedersi accanto. Lo Stato si spostò un po’ e gli fece cenno di sedersi.
Il cittadino si sedette e, sorridendogli, gli chiese se poteva fargli qualche domanda.
«Tre!» rispose lo Stato. «Ho preso qualche ora di riposo e se non metto un limite finisce che non riuscirò a farlo!»
Il cittadino iniziò con la prima domanda: «Perché, nonostante che, numeri alla mano, l’azione potrebbe risultare risolutiva, non fai niente per la guerra all’evasione fiscale?»
«Perché è difficile iniziare. Sarebbe facile farlo partendo dai piccoli evasori, ma i soldi veri si recuperano solo intervenendo sulle multinazionali. Quindi se partiamo da quelli piccoli, rischiamo di aggiungere ingiustizia a ingiustizia.
Insomma, noi puntiamo ai pesci grossi!»
Il cittadino rimase un po’ perplesso e passò alla seconda domanda:
«Perché, nella lotta agli stupefacenti (quelli veri, non la cannabis), non si inizia davvero a fermare coloro che vendono impunemente la morte ai giovani?»
«Anche qui la risposta è semplice. L’obiettivo è quello di fermare i trafficanti, le grandi organizzazioni criminali. I pesci piccoli non ci interessano. Noi puntiamo ai pesci grossi!»
Il cittadino adesso era davvero stupito dalla risposta, ma aveva già pronta la terza domanda:
«Perché, pur sapendo chi sono i clan, i boss, i picciotti mafiosi e i camorristi, li lasciamo a piede libero facendo rischiare la vita alle persone normali, come la ragazza di Bari, e costringendo migliaia di esercenti nel sud a pagare il pizzo?»
Lo Stato sospirò:
«Sembrerò ripetitivo, ma…»
«Ah, vero… puntate ai pesci grossi?» lo anticipò il cittadino. «A quanto pare il nostro non è più un paese di Santi, poeti e navigatori, ma semplicemente un paese di “pescatori”!»
