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 di  Lorenzo Rossomandi


Ecco due detti:

A Prato, la mia città, si dice: “Accident’acchi c’ha mescolao”.

“Io ho il DNA dell’italiano vero!”

Ebbene, quest’ultima è una delle più grandi castronerie che mi tocca spesso di sentir dire dai nostri connazionali.
L’italiano vero non esiste.

Volete sapere cosa esiste davvero? Ciò che ci rende unici?
La “contaminazione”.
In chimica la chiamano “impurezza”.
A me piace definirla come “mescolanza”.
A Prato, la mia città, si dice: “accident’acchi c’ha mescolao”. Frase dedicata ai tanti meridionali arrivati negli anni ‘50.
Ebbene sì! A Prato si registra una delle più fervide e vitali attività dal medioevo ad oggi. Il continuo rapporto economico con mercanti di tessuti, lana, e materie prime legate al tessile ha favorito un continuo scambio di conoscenze e cultura come in pochi altri posti.
Dal secondo dopo guerra la cittadina è stata una delle maggiori mete dei migranti meridionali attratti dallo notevole richiesta di lavoro che la città ha mostrato. E di conseguenza lo sviluppo edilizio.
Ora possiamo rilevare che la notevole capacità di adattamento e l’elasticità nell’affrontare le crisi, ha permesso alla città di stravolgere le proprie attività e ripartire mentre altre aree continuavabo a soffrire.
E proprio grazie a “chi c’ha mescolao” che abbiamo questa spinta propulsiva. In questi anni sono arrivati i cinesi. Molti li maledicono. Ma il loro arrivo non è casuale e non può fare che bene alla vitalità della città.

Ma chiudiamo questa parentesi pratese e torniamo alla “mescolanza” e al nostro presunto DNA dell’italiano vero.
Non è scritto da nessuna parte del nostro DNA il nostro essere creativi. Lo siamo o lo diventiamo perché tutto ciò che ci circonda ci spinge ad esserlo.
Non abbiamo alcuna proteina o catena di esse che ci dice cosa sia il buon gusto, la buona cucina, il senso del bello. Lo comprendiamo perché siamo circondati dal buon gusto, la buona cucina e da cose belle.
Allora, non mi venite a dire che “l’italiano” è per forza un artista, un creativo o un uomo di cultura. Lo è se è disposto ad immergersi in quel magma che è la tradizione italiana, quella che ha forgiato i nostri geni, ma anche quella che è capace di attrarre, stimolare e far diventare artisti, creativi o uomini di cultura qualunque persona, di qualsiasi religione o etnia, purché sia disposto a farsi travolgere dal nostro modo di concepire la vita.
E sapete qual è il nostro segreto? Perché in questa striscia di terra che si estende sul mediterraneo ancora oggi nascono le migliori menti creative?
Perché abbiamo una ricchezza che si chiama “diversità”!
Abbiamo accolto e integrato, volenti o nolenti, migliaia di civiltà che nei secoli ci hanno invaso e ognuna delle quali ha lasciato un piccolo o grande segno, forgiando un paese così ricco di “diversità” che coloro che ci vivono non riescono a dare niente per scontato. Non abbiamo una chiesa uguale all’altra, un modo unico di costruire case uguale da città a città, un economia prevalente in tutto il territorio, un piatto tipico uguale per oltre 10 chilometri. Non abbiamo un clima uniforme, un paesaggio identico o almeno simile da provincia a provincia. Non abbiamo certezze o dogmi.
E mi vengono a parlare di DNA dell’italiano vero?
Ogni chiusura, ogni respingimento, ogni desiderio di isolamento va contro la nostra natura di popolo che ha desiderio di imparare cose nuove, essere curioso di scoprire nuove tradizioni, piatti tipici, abbigliamenti e materiali sconosciuti.
È questa la nostra ricchezza. L’apertura al nuovo, al diverso. La nostra propensione a sorprendere e farci sorprendere.

Farsi “contaminare”.
Immergersi nel nuovo.
“Mescolarsi”.
Rielaborando e creando qualcosa di originale.


E chiunque abbia voglia di immergersi in questo modo di concepire la vita, chiunque abbia dentro sé stesso la curiosità di scoprire cose nuove, chiunque abbia desiderio di farsi “contaminare” può considerarsi più italiano di coloro che desiderano chiudersi, isolarsi per conservare, a detta loro, una purezza della razza che ha proprio nella “impurezza” la sua caratteristica migliore.
Mescoliamoci!

 

 

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Info Autore
LORENZO ROSSOMANDI
Author: LORENZO ROSSOMANDI
Biografia:
Mi chiamo Lorenzo Rossomandi e sono nato a Firenze nel 1967. Imprenditore, amante di musica Jazz (tanto da provare a suonarla); sono sposato, con tre figli. Scrivo sulla mia pagina Facebook racconti e pensieri per assecondare la mia passione per la scrittura, per riflettere e far riflettere. Ho all'attivo tre romanzi sempre riguardanti temi sociali importanti. Nei quali cerco di denunciare indirettamente i mali sociali, incentivando alla resilienza, allo spirito organizzativo, collaborativo, corporativo.
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