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di Giovanni Macrì

La scuola, dopo la famiglia, deve essere intesa come fulcro di formazione personale e sociale oltre che culturale. Deve e non... dovrebbe!

Purtroppo non tutti gli insegnanti la pensano così!

Una in particolare, sicuramente non tanto sana di testa, pur essendo insegnante di sostegno, figura fondamentale per la scuola italiana, colei che "DEVE" aiutare i bambini e i ragazzi che hanno delle disabilità fisiche o psichiche o che in qualche modo hanno bisogno proprio di un sostegno maggiore, ha pensato bene di utilizzare le sue “competenze” non cercando di interagire con il ragazzo dal punto di vista affettivo e relazionale, bensì di sedarlo con dei barbiturici, medicinali che agiscono sul sistema nervoso centrale con proprietà sedativa, calmante, ipnotica. 

Il fatto è successo in una scuola del centro di Palermo venerdì 20 ottobre.

Niente poteva far presagire che quel funesto venerdì la vita del povero piccolo disabile di soli 9 anni potesse avere un epilogo così drammatico.

Sarebbe stato costretto ad assumere degli psicofarmaci dalla sua insegnante di sostegno.

La maestra lo avrebbe portato nei bagni della scuola, chiusa a chiave la porta, e poi, a forza gli avrebbe fatto ingerire delle pillole.

Ad accorgersi dell’assenza sia dell’alunno che della sua maestra di sostegno sarebbe stato il personale della scuola stessa, che resosi conto della gravità del momento avrebbe provato ad aprire la porta cercando anche di sfondarla. Solo dopo qualche minuto la 48enne maestra ha aperto la porta consentendo i soccorsi al piccolo che è stato trovato dai sanitari del 118, allertati, in uno stato di semi-incoscienza.

L’esame delle urine, una volta che il bimbo è stato ricoverato al locale nosocomio cittadino, l’ospedale Di Cristina ha confermato la presenza di un potente tranquillante in una concentrazione tale da portarlo alla semi incoscienza.

I genitori del piccolo hanno categoricamente escluso che il figlio seguisse una terapia con barbiturici o sedativi.

La procura di Palermo ha aperto un’inchiesta e le indagini degli inquirenti procedono in tutte le direzioni: nessuno, infatti, avrebbe visto l’insegnante dare il tranquillante al bambino.

Naturalmente uno degli aspetti fondamentali da accertare è quando il bambino ha assunto il medicinale.

Al momento il dirigente scolastico ha prontamente avviato le procedure previste dal protocollo per la sospensione temporanea del docente almeno fino a quando non venga fatta chiarezza sull’episodio.

Dal “Di Cristina” fanno sapere: “Le condizioni del paziente sono buone e migliorano giorno dopo giorno. Ora è in osservazione per alcune patologie che non hanno alcuna correlazione con l’eventuale assunzione del farmaco.”

Pare inoltre che alcuni giorni prima all’istituto sia arrivata una mail certificata che segnalava modi di fare anomali da parte dell’insegnante: nella mail, i genitori di un alunno riportavano il racconto del figlio che aveva più volte parlato di schiaffi dati al compagno disabile da parte della maestra di sostegno. Già si parlava, quindi, di comportamenti "strani” da parte costei che però non sarebbero mai avvenuti in presenza di altri docenti o comunque di adulti.

Una mamma ancora un po' scossa per quanto successo afferma: "Ci auguriamo che la scuola, nel caso la polizia trovasse riscontri sulla dinamica, agisca di conseguenza ed eventualmente si costituisca parte civile in un eventuale procedimento penale".

Secondo una prima ricostruzione, la docente sarebbe stata assunta di ruolo non molto tempo fa, ma in un altro istituto dello stesso quartiere, dove però non avrebbe mai insegnato. In altre scuole aveva chiesto e ottenuto il trasferimento senza mai rimanere fino alla fine dell’anno scolastico. La donna infatti avrebbe chiesto e ottenuto il trasferimento in altre scuole, dove però non sarebbe mai rimasta fino alla fine dell'anno scolastico. E in tutto ciò, mai al centro di alcuna visita collegiale.

Sarà la stessa Procura, terminati i riscontri investigativi, a incriminare la donna per eventuali reati che si dovessero riscontrare nella condotta della stessa fino al... tentato omicidio.

 

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Info Autore
Giovanni Macrì
Author: Giovanni Macrì
Biografia:
Medico chirurgo-odontoiatra in Barcellona Pozzo di Gotto (ME) dal 1982 dove vivo. Ho 65 anni e la passione per la scrittura è nata dal momento che ho voluto mettere nero su bianco parlando della “risurrezione” di mia figlia dall’incidente che l’ha resa paraplegica a soli 22 anni. Da quel primo mio sentito progetto ho continuato senza mai fermarmi trovando nello scrivere la mia “catarsi”. Affrontando temi sociali. Elaborando favole, romanzi horror, d’amore e polizieschi. Non disdegnando la poesia in lingua italiana e siciliana, e completando il tutto con l’hobby della fotografia. Al momento ho 12 pubblicazioni con varie case editrici.
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