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di  Antonio Federico Art

Permettetemi di dire ciò che penso sul nuovo spot del supermercato Esselunga.

Prologo della pubblicità:

- Una bambina fa la spesa con la mamma all’Esselunga. A un certo punto si allontana, la mamma non la trova più e si preoccupa: “Avete visto una bimba piccola?”. Alla fine la ritrova, nel reparto della frutta, con in mano una pesca. “Emma”, le dice. “Ma ti sembra che scappi via così?”. E, vedendo la pesca che la bambina tiene in mano: “Vuoi una pesca? Va bene, prendiamo una pesca, ma non devi farlo mai più, ok?”.

Inizia così il nuovo spot Esselunga, creato dall’agenzia Small di New York e diretto dal regista francese Rudi Rosenberg, intitolato “La pesca”. Uno spot che, appena uscito, ha suscitato subito dibattito e diviso gli utenti, soprattutto sui social. Più avanti, infatti, la bambina, evidentemente persa nei suoi pensieri e nelle sue malinconie, è a casa e aspetta che il padre la passi a prendere. A questo punto è evidente che i genitori sono separati, e che la bambina ne soffre. In macchina, ecco la scena clou: la bambina tira fuori la pesca dallo zaino, la porge al padre dicendogli: “Questa te la manda la mamma”. L’idea, è evidente, è quella di favorire una possibile riconciliazione dei genitori attraverso quel gesto. -

Da docente di discipline grafiche la comunicazione visiva è materia che studio con passione e trasmetto ogni giorno ai miei studenti. Io credo che lo spot sia davvero emozionante e contemporaneo, purtroppo. La realtà dei fatti è che, oggigiorno, sono davvero troppe le famiglie separate, ci sono sempre state probabilmente ma di questi tempi paghiamo maggiormente una forte componente individualista ed egoistica dell’essere umano. La bambina dello spot, in cuor suo, vorrebbe vedere i genitori insieme, come credo quasi ogni figlio che subisce una separazione.
Lo spot lavora sul piano emotivo, sottolineando l’infinità semplicità dei bambini, i gesti semplici e di cuore, come il gesto di prendere un frutto pensando al papà e dire una piccola bugia “te la manda la mamma” pur di tentare a riunire i genitori.
Si è tanto polemizzato sull’impatto che potrebbe avere un bambino che lo guarda, quasi caricandolo di responsabilità, di colpe non dovute. Inutili polemiche, io credo che tantissimi bambini siano costretti a guardare in tv e sul web scene ed immagini molto più forti e destabilizzanti.
E credo che un genitore, separato o meno che sia, dovrebbe mediare la comprensione di questi messaggi e rispondere alle tante domande quotidiane dei suoi bimbi. Purtroppo la famiglia del Mulino Bianco è un ricordo ormai lontano, di questo spot dovremmo coglierne una riflessione, ovvero quanto impatto hanno le nostre azioni sui più piccoli.
Creature sensibili e molto spesso, incolpevoli spettatori.

Immagine: Antonio Federico Art UMANITÀ ILLUSTRATA

 

 

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