Il governo, riunito in Cdm oggi a Palazzo Chigi, ha inserito il posticipo della norma, in scadenza a fine anno, nel milleproroghe oggi all’esame del Consiglio dei ministri.
La misura, che consentiva ai medici di ricorrere alla ricetta elettronica sostituendo quella cartacea, era contenuta in un’ordinanza legata alla pandemia
I medici italiani erano compatti contro lo stop alla ricetta elettronica dall’1 gennaio 2023.
“Chiediamo al ministro della Salute Orazio Schillaci la proroga, oltre la scadenza del 31 dicembre, dell’utilizzo della ricetta dematerializzata almeno per un anno e un provvedimento che renda il suo utilizzo strutturale”, chiede Pina Onotri, segretario generale dello Sindacato medici italiani (Smi), che rende pubblica una lettera inviata al ministro.
“Bisogna tener conto che i medici di medicina generale – continua Onotri – sono carenti in tutta Italia. Al tempo stesso sono sempre più oberati da impropri carichi burocratici con una sempre minore disponibilità di tempo per l’attività clinica quotidiana. Il ritorno alla ricetta cartacea rappresenterebbe un salto indietro, causando lunghe attese negli studi medici. La soluzione temporanea che auspichiamo è quella di una proroga, che riteniamo assolutamente necessaria, di almeno un anno del provvedimento”.
“Siamo convinti che la ricetta dematerializzata debba diventare uno strumento strutturale per il lavoro dei medici e auspichiamo, in questo senso, un impegno del Governo e del Parlamento. Liberare i medici convenzionati del Servizio sanitario nazionale da impropri carichi burocratici è la scelta più giusta per valorizzare la professione, contrastare l’esodo dalla categoria, permettere di utilizzare più tempo alla cura e all’ assistenza dei pazienti”, conclude Onotri.