Pubblichiamo la nota stampa del presidente della sezione di Italia Viva di Cetraro (Cs) Beniamino Iacovo.
<<Esprimo a nome mio e dell’intero gruppo di Italia Viva Cetraro, le più sentite condoglianze alla famiglia Losardo per la perdita della cara Rosina Gullo vedova del compianto Giannino.
Personalmente ho avuto il piacere di conoscere la signora Rosina in occasione della ricorrenza del trentennale della morte di Giannino Losardo.
Di lei mi colpì la forza d’animo, la dignità con cui viveva un profondo dolore che solo la tristezza dei suoi occhi lasciava intravedere ed intuire.
Conoscendola, pensai che se il dramma di Giannino Losardo si era consumato nel volgere di poche ore, quello di sua moglie sarebbe durato per tutta la vita: costretta a vivere quotidianamente il dolore per la perdita dell’uomo con cui aveva scelto di vivere; accresciuto dalla sofferenza dei figli privati dell’affetto paterno; acuito dal sapere liberi i mandanti e gli esecutori dell’omicidio di suo marito, mai assicurati alla giustizia.
Guardando quella donna e percependo il suo dolore, si intuiva che quel lontano Giugno del 1980, insieme a Giannino era stata uccisa anche una parte di Rosina… il sacrificio di Giannino era anche quello di sua moglie e dei suoi figli.
Vittime della mafia e della Ndrangheta non sono solo coloro che vengono brutalmente uccisi da mani crudele di uomini senza scrupoli, vittime innocenti delle mafie sono anche e soprattutto i loro familiari.
Ma Rosina, doveva essere anche una donna forte, fiera, coraggiosa, una madre attenta e premurosa che seppe crescere con affetto i figli educandoli ai valori di giustizia e di legalità in cui Giannino aveva creduto e per i quali era stato disposto a morire.
Crediamo, pertanto, che oltre al ricordo di Giannino Losardo, dovremmo coltivare anche quello di sua moglie Rosina Gullo.
In quest’ottica, intendiamo, proporre all’Amministrazione comunale di volerle intitolare una via, una piazza o uno spazio pubblico e di collocare nella sala consiliare una targa che la ricordi, insieme al marito, come vittima della ndrangheta e simbolo del coraggio di chi non si arrende all’arroganza e alla prepotenza del malaffare>>.