Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro.
Il 9 dicembre 1977: il parlamento italiano approvò la legge 903, meglio nota come “legge Anselmi”.
La legge vietava ogni discriminazione di genere per l’accesso a qualsiasi tipologia di lavoro.
La legge attua l’art. 37 della Costituzione, si sono poste le basi per continuare, ancora oggi, la lotta per la parità.
Tina Anselmi, voleva costruire un’Italia più giusta, dove un ruolo fondamentale fosse affidato alle garanzie per tutti.
“La libertà va riconquistata ogni giorno con le proprie scelte – affermava - È questa la principale tra le regole della democrazia, che si appella a tutti e che non distingue i cittadini per ricchezza, appartenenza sociale, cultura. La democrazia è un grosso investimento sulla persona, solo perché tale ogni individuo ha il diritto di decidere della vita del Paese. Guai ad abbandonarlo”.
Articolo 37 della Costituzione Italiana: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione”.
Importante riprendere questo tema, resta fondamentale per crescere.