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di Virginia Murru

Secondo il bollettino economico n.4/2021, le prospettive sulla ripresa rispettano le previsioni, l’economia dell’area euro sta infatti ripartendo con buoni progressi e sviluppi in quasi tutti i settori, risultato dovuto anche al graduale avanzamento della campagna vaccinazioni e al conseguente contenimento dei contagi.

La contrazione nel primo trimestre dell’anno è stata ormai superata, secondo l’analisi dei dati più recenti si segnala un rimbalzo in tutto il tessuto produttivo in generale, e in particolare nel settore dei servizi, e il costante dinamismo del manifatturiero.

Sono attesi nuovi progressi, secondo il bollettino economico dell’Eurotower, nel secondo semestre dell’anno, allorché una più vasta platea di persone vaccinate renderà più sicura la ripresa della normalità.

L’aumento della spesa per i consumi, la spinta propulsiva della domanda mondiale, insieme alla politica monetaria accomodante della Banca Centrale Europea e alle politiche di bilancio, rappresenteranno incentivi determinanti per la ripartenza.

La Bce resta però una sentinella che ha il compito di monitorare la tempesta Covid, ed invita pertanto alla cautela: sussistono ancora ampi margini d’incertezza causati dalla recrudescenza nella lotta contro il virus, ovvero le ultime varianti che sono oggetto di preoccupazione per le autorità sanitarie. Il rimando è alla variante Delta, che presenta caratteristiche diverse rispetto alle altre mutazioni del virus, poiché risulta essere molto più contagiosa.

Il prospetto economico, a breve termina, pertanto, continua ad essere strettamente legato all’andamento della pandemia e alle conseguenti ripercussioni sulle riaperture e allentamento delle restrizioni.

Ne derivano scenari economici ancora vincolati alla congiuntura in atto, e in special modo all’aria che tira nel versante sanitario, origine di tutto lo sconvolgimento nell’attività produttiva.

Si continua a tenere sotto osservazione l’inflazione, spettro che preoccupa ancora in Europa e negli States, anche se fino ad ora non si sono verificati rimbalzi di rilievo. La causa prima dell’aumento del tasso d’inflazione riguarda i fattori transitori, effetti base e l’incremento rilevato nei prezzi dell’energia.
La Bce fa notare che nel secondo semestre dell’anno è previsto un ulteriore innalzamento del tasso, che poi però già nel breve periodo sarà oggetto di aggiustamenti allorché verranno meno i fattori temporanei, sempre legati alle misure dell’emergenza sanitaria.

In ogni caso ci si attende che l’inflazione complessiva, secondo l’analisi della Bce, si mantenga al di sotto del livello stabilito anche negli anni scorsi dal Consiglio direttivo, ossia del 2%.

E’ importante in questa fase d’incertezza, mantenere attivi i finanziamenti e gli stimoli all’economia, affinché resti forte la fiducia nella ripresa, si sostenga l’attività produttiva e nel contempo si salvaguardi la stabilità dei prezzi nel medio termine.

E’ altresì fondamentale mantenere stabili le condizioni di finanziamento per imprese e famiglie, anche se i tassi di interesse di mercato hanno subito ulteriori aumenti. Quest’ultima osservazione potrebbe rivelarsi negativa, poiché un inasprimento dei tassi e relative condizioni di finanziamento potrebbero coinvolgere l’intera economia dell’area euro.

Sulla base di queste considerazioni, che comportano rischi, il Consiglio direttivo ha risolto di confermare l’orientamento accomodante della politica monetaria che ha caratterizzato con particolari misure il periodo della pandemia.

 

 

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