di Letterio Licordari
Marcello Grosso è un artista che vive nel Friuli, a Cormons, ma è nativo di San Nicola Arcella. Ogni anno torna nel suo luogo d’origine per godere il “suo” mare, che per lui e gli altri fratelli, essendo figli di un pescatore, è sempre stato un po’ la sua “casa”.
E ogni anno, con un sempre più lungo palmares di riconoscimenti e premi nelle più importanti località del Nord Italia e della Slovenia, torna a proporre alla sua gente e ai turisti dell’Alto Tirreno Cosentino i suoi messaggi legati all’arte figurativa. Grosso plasma materia modellando emozioni attraverso la sua continua ricerca che si concretizza, appunto, nella mostra “Nuove emozioni materiche” allestita nel centro storico di San Nicola Arcella e che dal 29 luglio, e ancora per pochi giorni, sta riscuotendo notevole successo di critica e pubblica.
Presente nei cataloghi più prestigiosi e di frequente ospite-esperto nella rubrica “Arte Visione” di Tv Capodistria, curata dalla giornalista Laura Vianello, Marcello Grosso quest’anno ha affiancato ai suoi pregevolissimi lavori una esposizione che rappresenta un “grido” per la società, sommersa da oggetti che rappresentano la parte più negativa del consumismo sfrenato e non possono non essere un campanello d’allarme per sensibilizzare ulteriormente sul già molto precario equilibrio degli ecosistemi, del mare in particolare.
Si tratta di una raccolta di cascami di prodotti industriali raccolti nel corso di battute di pesca “a strascico” che non può che far riflettere sul futuro dell’umanità. Sono la “tragica fine” di quei prodotti-cult oggetto di più opere, come il Tomato Soup della Campbell’s o la bottiglia della Coca Cola, che divennero le icone e la fortuna del grande esponente della pop art Andy Warhol.
Quest’area della mostra è stata allestita grazie al contributo del fratello Fulvio, armatore di pescherecci e di battelli turistici, da sempre attento alla qualità del mare, e che da un paio d’anni ha iniziato a convertire le sue barche alla motorizzazione elettrica per ridurre l’inquinamento da idrocarburi. Fulvio, peraltro, è anch’egli un artista, suona molti strumenti musicali e ama la poesia, come papà Nicola, che ha lasciato toccanti versi e l’amore per l’arte e per il mare ai suoi figli.
Marcello non smette di sognare una San Nicola Arcella, che ospitò agli inizi del '900 il celebre scrittore statunitense Francis Marion Crawford, tra i più autorevoli esponenti della letteratura "noir", nella Torre che oggi porta il suo nome, in un grande centro culturale che possa ospitare durante tutto l'anno eventi di caratura nazionale e internazionale.