di Filippo Vagli
Domani sera, la sfida tra Juventus e Atalanta si preannuncia essere non solo avvincente, ma anche un vero e proprio match da "matriosche", simbolo di un confronto che va oltre il campo: da un lato, il duello tra le due squadre, dall'altro, quello tra Motta e Gasperini, due allenatori capaci di distinguersi per il loro stile di gioco, le loro strategie e filosofie calcistiche differenti.
Esiste un filo conduttore tra i due tecnici dal momento che la carriera italiana del Thiago calciatore iniziò al Genoa nella stagione 2008/2009 proprio agli ordini di Gian Piero Gasperini, al tempo tecnico dei Grifoni. Da allora tra i due è rimasto un legame profondo, cosa che entrambi non esitano a manifestare anche ora che ricoprono lo stesso ruolo. Domenica si affronteranno per l'ottava volta in Serie A, con un bilancio in perfetta parità: tre vittorie per ciascuno e un pareggio. Motta ha subìto due sconfitte pesanti nei primi due incontri contro Gasperini ai tempi dello Spezia (5-2 e 3-1) e ha perso anche il primo match da allenatore del Bologna. Successivamente l’attuale tecnico bianconero ha ottenuto tre vittorie consecutive contro l’Atalanta, pareggiando con gli orobici l'ultima sfida da allenatore della Juventus.
Sarà un confronto tra allievo e maestro, con più di un significato in palio: il terzo posto in classifica per la Juve, che potrebbe essere agguantato dalla Vecchia Signora con una vittoria, continuare la corsa al titolo di campioni d’Italia per i nerazzurri bergamaschi, visto che distano solo tre punti dalla capolista Inter. Inoltre, potrebbe esserci anche un pezzo di futuro in gioco. L'ex bianconero Gasperini, che nella Vecchia Signora è stato sia giocatore che da allenatore del settore giovanile, è secondo più rumors uno dei candidati d’eccellenza per un eventuale cambio di guida tecnica a fine stagione sulla panchina della Juventus. Anche se al momento il club di proprietà di John Elkann non prevede cambiamenti, a meno di un mancato piazzamento in Champions.
I due hanno stili e filosofie calcistiche differenti. Gasperini è noto per la sua personalità forte e per la capacità di motivare i giocatori. Ha oltre vent'anni di esperienza come allenatore e sa come affrontare situazioni ad alta pressione. Ha un approccio autoritario, spesso prendendo decisioni forti e mostrando una grande fiducia nelle proprie idee. È schietto e trasparente con i suoi giocatori, talvolta arrivando a scontrarsi e compromettendo i rapporti.
nella foto, Gian Piero Gasperini
Thiago Motta, come molti allenatori della cosiddetta nuova generazione, ha finora adottato un approccio più analitico, privilegiando un calcio altamente strategico e intellettuale, analizzando il gioco in modo approfondito. Sulla scia dei cosiddetti innovatori, allenatori che adottano un approccio volto a superare i modelli tradizionali. Anche il suo stile comunicativo è particolarmente diretto, al punto che in molti gli imputano una mancanza di empatia con i propri giocatori.
A livello tattico Gasperini predilige il un 3-4-2-1, con più variazioni sul tema (3-4-3, 3-4-1-2). Il tecnico di Grugliasco pone un forte focus sul gioco offensivo, sulla marcatura individuale a tutto campo, sulla pressione alta, sul ritmo, sull’elevata intensità e sulla capacità di attaccare rapidamente, dotando le proprie squadre di un'identità di gioco molto chiara. Una sorta di “unicum” nel panorama calcistico non solo italiano. Gli esterni sono i giocatori fondamentali per il suo tipo di gioco, calciatori questi ultimi che il “Gasp” utilizza per allargare il gioco e creare superiorità numerica.
Motta, al contrario, è legato al modulo 4-2-3-1, adottando un approccio di gioco quasi dogmatico e integralista. La sua impostazione tende a favorire il possesso palla e il gioco corto, enfatizzando l'importanza della costruzione dal basso, incoraggiando i suoi giocatori a sviluppare il gioco con passaggi brevi e movimenti coordinati. Si concentra su una pressione più organizzata, cercando di forzare l'avversario a commettere errori, piuttosto che una pressione costante e frenetica.
Una sfida affascinante quella che andrà in scena tra Juventus e Atalanta non solo per una questione di punti, ma di identità e ambizioni. Con sole tre lunghezze di distanza dall'Atalanta, una vittoria non solo permetterebbe ai bianconeri di scalare la classifica, ma consoliderebbe anche la loro posizione in un campionato sempre più competitivo. Raggiungere il terzo posto significherebbe mettere una distanza significativa tra la squadra e le rivali più agguerrite, come Inter e Napoli, assicurando al contempo un margine di sicurezza su chi insegue, con la Lazio pronta a insidiare il quarto posto. Un traguardo decisivo quest’ultimo, non solo per il prestigio del club, ma con ogni probabilità anche per il futuro di Thiago sulla panchina bianconera.
La pressione è alta, ma la Juventus, pur con i suoi tanti, troppi, alti e bassi, ha dimostrato di saper affrontare le sfide importanti con la giusta determinazione. Riuscirà il tecnico italo–brasiliano a raggiungere la Dea al terzo posto, a superare uno dei suoi maestri e a esorcizzarne l'eventualità come possibile sostituto sulla panchina della Juventus? In un campionato in cui ogni partita è una battaglia, la vera sfida per Thiago Motta non è solo scalare posizioni, ma dimostrare che il suo talento è destinato a brillare oltre le ombre dei suoi inseguitori.
* nella foto di copertina, Thiago Motta