di Lucia Lo Bianco
La situazione dei contagi, dei decessi e la lentezza nella somministrazione dei vaccini in Italia continuano a preoccupare la popolazione italiana che giornalmente si collega sui più accreditati canali informativi per aggiornarsi sulla situazione sanitaria. Assistiamo contemporaneamente alle proteste in piazza delle categorie più colpite dalle chiusure e dalle limitazioni. I ristoratori, il settore del turismo e dello spettacolo, i commercianti, i parrucchieri e gli estetisti continuano a lavorare a fasi alterne tra sostanziose perdite ed attese di quei “ristori” che tardano ad arrivare mentre non riescono a coprire il fatturato che caratterizzava in precedenza la loro attività.
Gli italiani si ritrovano così a viaggiare da una notizia all’altra, confusi tra diversi strati di verità non riuscendo a ritrovare un sia pur minimo senso nel cambiamento di vita radicale ed epocale che ormai contraddistingue le loro esistenze. Cosa si aspettano i 60 milioni di individui che ogni giorno sperano in una buona notizia che si propaghi come per magia dalla scatola televisiva? Quali le loro esigenze dopo più di un anno di attese e limiti alla loro libertà individuale?
Mesi lunghi e stancanti si sono alternati con fasi di apparente ed illusorio ritorno alla normalità. Informazioni contrastanti hanno sostenuto il debole filo che ha attraversato giornate sempre uguali, momenti di feste lontani dai propri cari e un’etica del lavoro privata irrimediabilmente della sua necessaria socialità. Gli italiani attendono una data, un punto fisso a cui far riferimento nel contenitore vuoto del loro tempo sospeso, una zattera che li porti in salvo traghettando il fiume torbido della pandemia. Gli italiani attendono delle risposte che tardano ad arrivare mentre si accumulano le promesse da parte dei rappresentanti del governo.
Riaprire ed in sicurezza. Sarà possibile per tutte quelle attività commerciali che hanno subito gli effetti delle norme sanitarie ritrovare angoli di normalità? Quali le spese che dovranno affrontare per garantire riaperture che seguano le norme igieniche?
Vaccinarsi tutti entro l’estate, per lo meno le categorie fragili. Possiamo davvero fidarci delle informazioni che ci vengono propinate giornalmente? O si tratta solo di un specchietto per le allodole? Un’attrattiva per ingannare chi, ormai, si è ridotto allo stremo delle forze?
Quale vaccino somministrare, poi, dopo le multiformi e variopinte notizie flash giunte finora su fasce d’età, controindicazioni, rischi reali per la vita delle persone e totale incertezza sulle conseguenze future? Come affidarsi alle parole di quegli scienziati che si ritrovano inevitabilmente a cambiar colore alla propria bandiera e a seguire il normale processo di sperimentazione di un farmaco di cui, fino a pochi mesi fa, si sapeva poco o niente?
Eppure appare ormai evidente che il vaccino rimanga l’unica arma per sconfiggere un nemico subdolo e insidioso, l’unico magico elisir sbandierato come ancora di salvezza. L’umanità intera potrà rialzarsi solo dopo che la campagna di immunizzazione riuscirà a coprire la maggior parte della popolazione e, consapevoli di ciò, molti hanno accettato di sottoporsi ad un vaccino andando verso l’ignoto e affidandosi alle parole di medici e scienziati.
L’esempio del Regno Unito sembrerebbe illuminante. Forti del monopolio sul vaccino Astrazeneca e appena usciti dalla Comunità Europea, i britannici hanno fatto appena in tempo a condurre una campagna vaccinale che li ha visti protagonisti non essendo più obbligati ad obbedire a regole di “appartenenza” che invece paesi come il nostro si trovano a dover seguire.
In questo contesto ancora così complesso la popolazione italiana attende ancora che qualcosa si sblocchi per consentire il ritorno al “pre-pandemia”, a quella realtà che ha preceduto l’avvento di una distopia che viveva solo nel peggiore degli incubi. Allo stesso tempo alberga la consapevolezza che la “nuova normalità” porterà mutazioni e “varianti” al nostro quotidiano e che nessuna nuova data promessa e bramata come luce all’orizzonte riuscirà a restituirci un mondo che non c’è più.