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di Paola Cecchini

Venerdì 8 aprile si è celebrato in tutto il mondo il Romanò Divés, la Giornata internazionale di Rom, Sinti e Caminanti. La ricorrenza è stata istituita nel 1990 a Serock (Polonia) sede del IV Congresso mondiale dell’Unione Internazionale Rom (IRU) per ricordare il suo primo ritrovo universale che si tenne a Chelsfield, vicino a Londra, nell’aprile 1971.

In quell’occasione il nome Rom - che significa Uomo - fu scelto per indicare la nazione Romanì che comprende i popoli Manouches, Kalderash, Lovara, Romanìchéls, Vlax, Domari, Nawar, Làutari ecc.
Quel giorno si costituì la Romanì Union (la prima associazione mondiale dei Rom) e furono scelti l’inno e la bandiera della comunità.
Composto nella sua forma ufficiale dopo la fine della seconda guerra mondiale dal musicista Žarko Jovanović, l’inno Gelem Gelem fu adattato ad una melodia tradizionale. Nel brano sono presenti riferimenti al Samudaripen, lo sterminio di Rom e Sinti perpetrato dai nazisti, operato dagli Schutzstaffel, la cosiddetta ‘Legione Nera’, un'organizzazione paramilitare del Partito Nazionalsocialista Tedesco (NSDAP). L’Olocausto Rom (quasi 3000 massacrati nel campo di Auschwitz- Birkenau per un totale di 500mila morti durante il conflitto mondiale) si celebra il 2 agosto.
Nei lager la lettera Z era tatuata sulle braccia dei Rom e anche per questo la parola ‘zingaro’ (che indirettamente la evoca) può essere vissuta come un’offesa dagli appartenenti alla comunità.

La bandiera internazionale è costituita da due strisce orizzontali (la superiore azzurra e l'inferiore verde) che rappresentano il cielo e la terra. Al centro vi figura una ruota raggiata rossa che indica il migrare dei Rom. La ruota è simile a quella presente sulla bandiera indiana, sebbene in quest'ultima rappresenti piuttosto un chakra che una ruota vera e propria.
La Romanì Union fu riconosciuta dall’ONU solo nel 1979.
Il Consiglio d’Europa - dopo avere utilizzato varie terminologie a partire dal 1970- decise di adottare il termine generico Rom dal 2010 ed ha realizzato un glossario ad hoc.
Nel 2012 è stata adottata la Strategia nazionale d'inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti ad opera dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce)

Ricordo a me tutte queste cose mentre presenzio al concerto etno-sinfonico al Teatro Sperimentale di Pesaro che ha visto sul palco The Alexian Group formato da Alexian Santino Spinelli alla fisarmonica solista ed i suoi figli: Gennaro (violino solista), Giulia (violoncello) ed Evedise (arpa), unitamente ad alcuni membri dell'Orchestra Europea per la Pace e dell'Orchestra Sinfonica G. Rossini (organizzatrice dell’evento). La direzione è stata affidata al M° Nicola Russo.
Il concerto ha rappresenta un evento artistico culturale originale e di grande spessore, un ‘passaggio storico della musica rom dal folklore al sinfonismo’ dopo oltre 600 anni di presenza delle comunità romanès in Europa e in Italia.
Si è snodato attraverso un suggestivo viaggio musicale in cui sono state rievocate, attraverso suoni e parole, le radici profonde di un popolo millenario caratterizzato da molteplici sfumature culturali.

Si è partiti dall’India del Nord (e più precisamente dalle regioni del Punjab, Rajasthan, Uttar Pradesh e la Valle del Sindh da dove i Rom provengono) per arrivare alla Spagna attravers i brani ‘Echi d'Oriente’ e ‘Romanò Divés’, dalle sonorità e dai ritmi indiani e ‘Paquito’, che contiene sonorità iberiche, dalla rumba catalana alla grande tradizione romanì del flamenco.
Si è poi proseguito con l’inno ‘Gelem gelem’ e ‘Murdevelë” (Padre Nostro), cantati dal tenore Nunzio Fazzini ed il soprano Bianca D’Amore in lingua romanì, ‘Caje Sukarije’ della leggendaria cantante macedone Ezma Redžepova, A Briglie Sciolte, composizione di Spinelli dedicata al cavallo, animale simbolo della cultura romanì; Melologo, brano del violinista Marco Bartolini, membro dell’Orchestra Rossini composto appositamente per il concerto e che rappresenta un connubio di musica e poesia.
Spinelli – che ha decantato in lingua italiana e romanì le sue poesie ‘Auschwitz’ e ‘Per non dimenticare’, volte a commemorare il Samudaripen-
È fondatore e presidente dell’ associazione culturale ‘Thèm Romanò -Mondo rom’, inclusa nel Registro delle Associazioni e degli Enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni e della promozione della parità di trattamento, istituito dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) di cui al Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Con la sua famiglia si è esibito al cospetto di Papi, Capi di Stato e di Governo presso il Palazzo del Consiglio d'Europa a Strasburgo, il Parlamento europeo a Bruxelles e la Presidenza del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi. Ha suonato nell'Aula Magna dell'Università ‘La Sapienza’ in occasione del 60° anniversario dei Trattati di Roma -che il 25 marzo 1957 diedero vita alla Comunità Economica Europea (CEE) e alla Comunità europea dell'energia atomica (Euratom)- oltre che nei più importanti teatri italiani ed europei.
Una serata di altissimo profilo sia artistico che simbolico, tanto più importante in un periodo in cui l'arte e la musica in particolare diventano un forte messaggio contro l'odio e la prevaricazione tra i popoli a favore della pace e del dialogo’- ha commentato il vice Sindaco ed Assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro, Daniele Vimini .
Sorrido uscendo dal teatro ricordando che molti artisti di etnia Rom hanno avuto molto successo nel mondo dell’arte, anche la gente lo ignora: Michael Caine e Yul Brynner (entrambi hanno ricoperto la carica di presidente della Romanì Unione), Elvis Presley, Pablo Picasso, Antonio Banderas, Charlie Chaplin e la ‘bella tra le belle’ al periodo di ‘Gilda’, Rita Hayworth.

 

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Info Autore
PAOLA CECCHINI
Author: PAOLA CECCHINI
Biografia:
Laureata in giurisprudenza, giornalista professionista, sono nata e risiedo a Pesaro. Mi occupo prevalentemente di musica, arte e migrazioni. Collaboro con diversi giornali online e numerose testate italiane all’estero tra cui Il Messaggero-italo Peruviano, Punto di incontro (Messico), La Gazzetta Italo-Brasiliana, L’Eco Italiano (Argentina), il Corriere Canadese, La Voce di New York. Ho pubblicato un libro come traduttrice e sette come autrice, presentandoli nei più importanti Istituti Italiani di Cultura in Europa e Sud America. Tre di questi riguardano l’emigrazione italiana nel mondo: ‘Fumo nero’ (la vita degli italiani nelle miniere di carbone belghe), Terra promessa-il sogno argentino’ (la storia degli italiani e marchigiani nel Paese sudamericano), ‘All’ombra di un sogno’ (viaggio nell’emigrazione italiana in Brasile). Per quanto concerne l’emigrazione, ho ricevuto due premi letterari nazionali (2007 e 2013) ed uno giornalistico (Giuseppe ‘Bepi’ Franzon), indetto dalla FNSI del Veneto (2021).
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