di Paolo Russo
Ne avevamo parlato la scorsa settimana di come fosse irresponsabile rischiare che scoppiasse una guerra per inerzia degli attori politici in campo, la guerra è scoppiata, possiamo dirlo con il favore della Nato che anzichè buttare acqua sul fuoco ha deciso di armare, dando speranze vane al popolo ucraino, la difesa ucraina.
Noi sappiamo che le posizioni distinte di Russia e Ucraina nascondono motivazioni che hanno pari dignità. La gente del Donbass per esempio a maggioranza filorussa ha subito negli anni delle vere e proprie vessazioni ad opera del popolo ucraino di cui alleghiamo un servizio della tv francese (basta cliccare sul link colorato per vederlo). Allo stesso tempo il governo ucraino secondo il principio di autodeterminazione degli stati, ha flirtato con la Nato irritando non poco la Russia che si è vista minacciata nei suoi interessi nazionali e geopolitici.
Il settimanale tedesco Der Spiegel in un articolo spiega bene come dopo la caduta del Muro di Berlino, siano state fatte promesse all’allora URSS sul fatto che la NATO non si sarebbe espansa a est.
«Abbiamo promesso ufficialmente all’Unione sovietica nei colloqui 2+4, così come in altri contatti bilaterali tra Washington e Mosca, che non intendiamo sfruttare sul piano strategico il ritiro delle truppe sovietiche dall’Europa centro-orientale e che la NATO non dovrà espandersi al di là dei confini della nuova Germania né formalmente né informalmente», si legge nel documento riportato da Der Spiegel che cita l’assistente segretario di Stato USA per l’Europa e il Canada, Raymond Seitz. Una posizione ribadita nella stessa occasione dal diplomatico della Germania occidentale Juergen Hrobog: «Avevamo chiarito durante i negoziati 2+4 che non avremmo esteso la NATO oltre l’Elba» e «non potevamo quindi offrire alla Polonia e ad altri l’adesione alla NATO».
Pertanto si può capire ancora meglio l'irritazione della Russia nata per l'appunto da un tradimento dei patti concordati dopo la caduta del muro di Berlino.
Senza entrare nel merito della guerra di cui abbiamo sempre denunciato l'esigenza di scongiurarla, un'altra conseguenza negativa della gestione diplomatica basata sulla punizione attraverso le sanzioni del popolo russo è il rafforzamento dei legami economici e politici tra Russia e Cina.
La Gazprom per esempio che è la società che controlla il gas russo, ha firmato un accordo con la Cina per un maxi-gasdotto.
Un accordo che potrebbe annullare la dipendenza di Gazprom dal continente europeo, attualmente il più grande acquirente di gas russo e creare le premesse di una partnership economico, politico e militare tra Russia e Cina a cui si aggiungerebbero sicuramente altri partner critici delle azioni dell'occidente, che creerebbe un antagonista della Nato di non meno potere difensivo e offensivo.