di Arianna Di Presa
Nel presente articolo vorrei incentrare l'attenzione del lettore sull'importanza del Sé che riesce ad esplicitarsi in maniera incisiva e trasparente attraverso le interviste radiofoniche di Pietro la Barbera. Ieri sera, durante l'intervista, sono riuscita a parlare liberamente del mio volo poetico, intriso di dolori e gioie evidenziando nettamente come la sofferenza tramite un accurato processo di autoanalisi diventi uno strumento metamorfico per poter evolvere ricordando il passaggio dal bruco alla farfalla. Mi piace definirmi una farfalla che non ama posarsi su nessun fiore , dall'animo malinconico ed esploratore, sempre pronta a risorgere per accogliere nuove gemme in fiore . Ciò che mi è rimasto impresso della presenza di Barbera riguarda la facilità con cui interagisce ed ascolta, creando nell'intervistato una sensazione di pienezza e spontaneità idonea per aprirsi verso un'audience propensa a captare il canto dell'anima. Vivere avvertendo ogni sfumatura esistenziale, in una società pressoché sfuggente rispetto al sentire viscerale è una sfida ingente, che a volte porta il sublime a miscelarsi ad un livello mediocre.
La comprensione e l'empatia, risultano pertanto, qualità rare da condividere e da coltivare, poiché comportano una consapevolezza continua che non tutti gli esseri umani sono disposti a raggiungere. La vita è un viaggio indefinito che consiste in un incontro ravvicinato con l'imminente universo dove il cielo sembra profilarsi come il perfetto narratore al fine di comprendere "l'insostenibile leggerezza dell'Essere."