di Massimo Reina
Se cercavate l’epitaffio perfetto per la gestione globale della pandemia, eccolo servito: 520 pagine di accuse, prove e vergogne raccolte dalla Select Subcommittee on the Coronavirus Pandemic della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti in oltre due anni d’indagine. Il rapporto finale, pubblicato il 4 dicembre 2024 con il titolo pomposo “After Action Review of the COVID-19 Pandemic: The Lessons Learned and a Path Forward”, rappresenta una delle analisi più approfondite condotte fino ad oggi sulla pandemia di COVID-19 ma sembra uscito dalla penna di un romanziere distopico. Solo che qui la finzione lascia spazio alla cruda realtà: incompetenza, corruzione e menzogne hanno trionfato sul diritto alla salute e alla verità.
Il grande bluff della trasparenza
Immaginatevi la scena: un virus sfugge – accidentale o meno – da un laboratorio di Wuhan, gestito con protocolli di sicurezza degni di un circo di provincia. Intanto, il NIH americano finanzia esperimenti pericolosi attraverso EcoHealth Alliance, ma poi fa lo gnorri quando il vaso di Pandora si rompe. Risultato? Un mondo intero in ginocchio mentre burocrati, scienziati e politici giocano a nascondino con le prove.
La teoria del lab leak, inizialmente derisa come complottismo da salotto, trova invece un solido appoggio nel rapporto. Ma guai a dirlo: l’industria del silenziamento era già all’opera. Scienziati che osavano sollevare dubbi sull’origine naturale del virus venivano messi alla gogna mediatica, mentre Big Tech si occupava di censurare il dibattito online. Dopotutto, non si può lasciare che la verità intralci la narrazione ufficiale.
Vaccini e miracoli a metà
E poi c’è il capitolo vaccini: venduti come la panacea universale, non hanno fermato la trasmissione del virus, nonostante le promesse altisonanti. La loro approvazione lampo, con dati parziali e rischi minimizzati, è il capolavoro dell’industria farmaceutica: un mix perfetto di avidità, marketing e politica.
I mandati vaccinali, invece, sembrano usciti da una lezione di autoritarismo mascherata da scienza. Ignorare l’immunità naturale e imporre obblighi vaccinali ha causato più danni che benefici, minando la fiducia del pubblico. Ma chi se ne importa, quando i profitti delle case farmaceutiche volano alle stelle?
OMS: mascherine, lockdown e altre favole
E che dire dell’Organizzazione Mondiale della Sanità? I custodi della salute globale si sono rivelati i maggiordomi del governo cinese. Mentre il virus si diffondeva come un incendio, l’OMS perdeva tempo a proteggere gli interessi di Pechino (e del governo USA) invece di avvisare il resto del mondo. La salute globale? Un dettaglio trascurabile in un gioco di potere geopolitico.
A proposito di scienza, il rapporto smonta le misure simbolo della pandemia: mascherine e lockdown. La distanza di due metri? Un numero buttato lì senza basi. Le mascherine? Poco più di un placebo psicologico. I lockdown? Un massacro economico e sociale, con effetti devastanti su piccole imprese, salute mentale e istruzione.
I bambini, considerati un rischio minimo per il contagio, sono stati sacrificati sull’altare del panico collettivo. Scuole chiuse per mesi, livelli di apprendimento crollati e un’intera generazione segnata da disturbi psicologici. Ma tranquilli: i grandi del mondo stavano “seguendo la scienza”.
Chi paga il conto?
Infine, la nota dolente: chi paga per tutto questo? Non certo i burocrati incompetenti o i lobbisti che hanno orchestrato il teatrino. A pagare siamo noi: cittadini comuni, lavoratori, studenti. Il rapporto dipinge un quadro agghiacciante di risorse sprecate, corruzione e opportunismo.
E mentre noi facciamo i conti con le macerie, i protagonisti di questo disastro continuano a incassare stipendi faraonici e a pontificare su come “imparare dagli errori”. Più che un’indagine, questo rapporto è un referto autoptico. E l’unico virus che emerge con chiarezza è quello dell’avidità, dell’incompetenza e della manipolazione. Se questa è la lezione che dobbiamo imparare, è una lezione che abbiamo pagato a caro prezzo. E il path forward di cui parlano? Probabilmente porta dritti al prossimo disastro.
Allora, il vero quesito non è se il mondo fosse pronto per la pandemia, ma se siamo pronti per la prossima menzogna globale. Qualcosa mi dice che la risposta è “no”.