di Aldo Pellicciotta
Sto seguendo con interesse il dibattito che si sta sviluppando intorno alla revisione (non si dice riforma) della Costituzione che ogni attore in campo vorrebbe piegare ai suoi desiderata.
Penso che la “forza” degli esecutivi non stia nei sistemi istituzionali ma nella testa dei politici e della finanza, ricordate la larga maggioranza di Berlusconi sfaldata dal “mi cacci?”, oppure lo stesso disarcionato dal forte aumento dello spread? In Gran Bretagna il premier viene indicato dagli elettori ma ciò non gli assicura la permanenza al nr. 10 di Downing Street, infatti ultimamente in pochi mesi sono saltati due primi ministri. Non credo neanche che un governo cosiddetto forte aiuti l'economia, infatti l'Italia sta crescendo piu' degli altri Paesi europei con il sistema attuale, inoltre ricordo che nel 2010 il Belgio restò senza un governo accettato dal parlamento per 18 mesi ma l'economia andò a gonfie vele. Se si desidera una piu' ampia stabilizzazione dei governi (che ripeto a mio parere risiede piu' nella testa dei politici che non nell'architettura costituzionale) non c'è bisogno di grandi rivoluzioni basta copiare dalla Svizzera dove i membri del governo (Consiglio Federale) vengono eletti dal parlamento per 4 anni e nessuno li può toccare, anche se il Consiglio va sotto in una votazione delle Camere resta al suo posto. Si possono introdurre, altresì, norme per impedire i cambi di casacca e istituti di democrazia diretta come il referendum propositivo, così anche la sfiducia costruttiva ma con preponderante convergenza nazionale. Purtroppo, anche stavolta, pare rilevare che qualcuno non ha capito i fondamentali (o fa finta) e proclama che tirerà avanti da solo. La Costituzione Italiana è la legge fondamentale della Repubblica e quindi non si cambia a colpi di maggioranza ma con la piu' ampia partecipazione popolare. Infatti in questo “condominio” ci abitano i cittadini italiani che decidono quale deve essere lo “statuto” dell'edificio.
Sinceramente quando sento parlare di revisione costituzionale dai nostri parlamentari mi preoccupo un po', sia perché accade che leggi approvate dalle Camere siano cassate dalla Corte Costituzionale per incostituzionalità, sia
perché ripenso al confronto con chi l'ha scritta: Ruini, Basso, Bozzi, Calamandrei, De Gasperi, Dossetti, Einaudi, Forti, Gronchi, Lazzati, Leone, Lussu, Moro, Mortati, Malagugini, Scalfaro, Segni, Valiani, tanto per citare qualcuno. Propedeutica alla Costituente nel novembre 1945 iniziò i lavori una commissione che nella prima sottocommissione annoverava gente che mangiava pane e diritto:
Roberto Ago, Guido Astuti, Piero Calamandrei, Vezio Crisafulli, Arturo Carlo Jemolo, Costantino Mortati, Gaetano Morelli, CiroVitta, Guido Zanobini, Massimo Severo Giannini, Gaetano Azzariti, Leopoldo Piccardi, Emanuele Piga, Antonio Sorrentino, Andrea Torrente.
Venti componenti della commissione furono eletti nella Costituente e quindi ebbero la possibilità di portare il loro importante e fattivo contributo.
Voglio citare un detto abruzzese: “Ognuno all'arte sua e il lupo alle pecore”.
Qualcuno ha auspicato la nomina di una commissione parlamentare, se commissione ci deve essere che sia formata da Michele Ainis, Gustavo Zagrebelsky, Fulco Lanchester, Augusto Antonio Barbera, Emanuele Rossi, Gianfranco Pasquino, Giuliano Amato e altra gente di questo calibro.
Platone immaginava i filosofi al governo, nel caso di specie, secondo me la sua teoria è giusta.