di Nicoletta Toselli
L’accessibilità alla risorsa idrica, oltre a rappresentare una primaria esigenza per tutte le forme di vita, costituisce un fattore imprescindibile per i principali settori strategici a livello mondiale. Fin dall’antichità, guerre e conflitti vengono combattuti a causa dell'acqua, spesso per necessità energetiche o legate all’agricoltura. Tra gli strumenti di guerra comunemente impiegati, il danneggiamento delle infrastrutture idriche viene ancora oggi realizzato per tagliare le forniture di acqua alle zone sotto assedio.
Il prossimo 22 Marzo si celebrerà la Giornata Mondiale dell’Acqua. Il tema scelto quest’anno è “Acqua per la Pace”. Ma la risorsa è sempre più a rischio, tra siccità, contaminazioni e sprechi. Nell’area mediterranea, lunghi periodi siccitosi, interrotti da brevi eventi estremi di precipitazione, sembrano destinati a ripetersi e accentuarsi a causa dei mutamenti climatici, determinando gravi conseguenze sia in termini di effetti al suolo, sia di deterioramento delle risorse idriche, superficiali e sotterranee.
Una gestione “adattiva” della risorsa idrica risulterà fondamentale nel prossimo futuro. Nel nostro paese, le infrastrutture di adduzione e distribuzione delle acque, ormai obsolete, necessitano di ingenti interventi di manutenzione e innovazione, per garantire il monitoraggio e la distribuzione efficaci della risorsa, eliminando le attuali perdite (anche superiori al 40%). Occorre privilegiare l’utilizzo delle acque superficiali, ove presenti in misura soddisfacente (magari attraverso impianti a gravità per ridurre le spese energetiche d’esercizio), facendo ricorso alle acque sotterranee soltanto in caso di necessità. Un miglioramento della governance appare indispensabile: l’accumulo di acque superficiali in piccoli e medi serbatoi, nei periodi più umidi, potrebbe coniugarsi con tecniche di alimentazione delle falde, attraverso sistemi di ricarica controllata, nei periodi siccitosi.
La tutela delle risorse idriche, attraverso una loro corretta gestione, è un dovere collettivo legato ai concetti di equità intergenerazionale e sviluppo sostenibile, e ai principi dettati dall’Agenda 2030. L’utilizzo delle acque sotterranee richiede un approccio improntato alla massima prudenza, che distingua opportunamente le risorse dalle riserve. A tal fine, è assolutamente indispensabile pervenire a livelli adeguati di conoscenza idrogeologica, con accurata definizione dei bilanci idrici. Occorre implementare moderne reti di monitoraggio e di sorveglianza, e proteggere le acque dalle fonti di inquinamento - soprattutto nelle aree più vulnerabili.
La corretta realizzazione delle opere di captazione delle acque sotterranee tramite pozzi è un aspetto fondamentale per l’utilizzo sostenibile della risorsa in termini qualitativi e quantitativi.
L’Ordine dei Geologi della Calabria e l’Associazione Acque Sotterranee, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Geologi e con il patrocinio di Arpacal e Sigea, organizzano per il 12 aprile un Convegno nazionale che tratterà aspetti legati alla progettazione dei pozzi, alle procedure autorizzative e alla direzione lavori. All’incontro, che si terrà presso il Grand Hotel Lamezia, prenderanno parte autorevoli relatori, rappresentanti e funzionari degli Enti coinvolti nei processi di governance. Sarà un’occasione preziosa per approfondire le suddette tematiche idrogeologiche e focalizzare le principali criticità che attengono alle procedure e all’attività professionale.