di Francesco Ammendolia
Il Pi greco è forse la costante matematica più famosa e corrisponde al valore del rapporto fra la lunghezza della circonferenza del cerchio e il suo diametro.
Approssimato fin dai primissimi popoli antichi (come Egizi o Babilonesi), esso risulta ancora oggi essenziale in molti ambiti scientifici. Il Pi greco è un numero irrazionale, quindi non può essere scritto come quoziente di due valori interi, come dimostrato nel 1761 da Johann Heinrich Lambert.
Inoltre è un numero trascendente (ovvero non è un numero algebrico): questo fatto è stato provato da Ferdinand von Lindemann nel 1882. Inoltre, il Pi greco è costituito da infinite cifre decimali.
A tal proposito, il 29 gennaio 2020 lo statunitense Timothy Mullican ha calcolato le prime 50 000 miliardi di cifre decimali del Pi greco, impiegando 303 giorni per effettuare il calcolo tramite vari computer e server. Pi è la prima lettera di περίμετρος (perimetros), che significa «misura attorno» in greco. Inoltre il simbolo π venne usato all'inizio da William Jones nel 1706 in onore di Pitagora (l'iniziale di Pitagora nell'alfabeto greco è appunto Π, ma trattandosi di un numero si preferisce usare la minuscola). Tuttavia, ancora nel 1739 Eulero usava il simbolo p.
I matematici di tutto il mondo ogni anno festeggiano il Pi Greco Day il 14 marzo perché nel sistema anglosassone la data si scrive 03/14 proprio come le prime tre cifre del valore del Pi Greco. Il primo Pi Greco Day venne celebrato nel 1988. Fu il fisico Larry Shaw a dare il via alla tradizione. Durante quel primo evento, a San Francisco, i partecipanti marciarono intorno a un grande cerchio e consumarono torte di tutti i gusti per via dell'assonanza tra Pi e "pie" che in inglese vuol dire per l'appunto "torta".
La manifestazione ebbe così successo che iniziò ad essere ripetuta anno dopo anno divenendo un appuntamento fisso.