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Chiarimenti sul piano di allentamento delle restrizioni legate al Coronavirus

Berna 16 Aprile 2021

Tante volte, spesso a fini puramente provocatori e con una decontestualizzazione strumentale, in Italia si sono sentite sbandierare le decisioni del Consiglio Federale Svizzero in merito ad aiuti e restrizioni legati all'emergenza sanitaria globale derivante dalla diffusione del Coronavirus.

Ora, l'annuncio delle riaperture a partire dal 19 aprile rischia di essere comunicato nuovamente in maniera superficiale. Urge pertanto un'analisi chiarificatrice.

Partendo dal presupposto che in Svizzera la situazione pandemica non ha mai raggiunto livelli di allarme assimilabili a quelli dell'Italia e di altri Paesi europei confinanti è necessario dare delle spiegazioni.

Innanzitutto il sistema sanitario. 

Dal punto di vista tecnico, non da quello politico, il sistema sanitario della confederazione elvetica presenta tratti di eccellenza e funzionalità che raramente si incontrano in Europa. Basti pensare che, nella seconda metà di novembre 2020, nell'unico momento in cui i posti in terapia intensiva si stavano esaurendo, in pochi giorni, senza clamore né polemiche, sono stati aumentati elevando la soglia limite. Ancora, quando all'inizio della prima ondata non erano chiari velocità, effetti e meccanismi di contagio nei maggiori centri l'Esercito aveva organizzato, in coordinamento con gli ospedali, interi edifici per le quarantene. Edifici che non furono utilizzati alla luce delle scoperte condivise tra tutti i vari comitati scientifici.

C'è poi da tenere in considerazione il comportamento sociale degli abitanti della Svizzera. 

Di certo non è possibile generalizzare ma, dall'osservazione sul campo, posso garantire che gli obblighi e i suggerimenti relativi a distanziamento sociale, utilizzo dei dispositivi di protezione, sanificazione, chiusure anticontagio, sono stati recepiti e messi in pratica in maniera immediata e precisa. Certo, alcune manifestazioni di negazionisti hanno avuto luogo nelle principali città ma, tendenzialmente, per esempio, senza bisogno di alcun coprifuoco la vita notturna si è auto regolata, gruppi spontanei si sono organizzati per la tutela dei più deboli e delle categorie più a rischio, il sistema di assistenza sociale pubblico e le strutture private di aiuto sociale hanno analizzato velocemente la situazione e istituito procedure specifiche in relazione alla situazione di ogni area geografica.

Chiariamo, non si tratta del paradiso in Terra: anche la Svizzera ha avuto casi di contagio nelle strutture equivalenti alle nostre RSA, il disagio sociale relativo è cresciuto, le imprese hanno avuto bisogno di sostegni economici nei pochi e circostanziati momenti di chiusura totale agita per prevenire la crescita dei contagi e anche le opportunità di lavoro sono diminuite, con un conseguente aumento dei ricorsi ai sostegni sociali (una specie di reddito di cittadinanza che in Svizzera esiste da anni e che è, al momento, riservato a tutti gli abitanti regolari del territorio - cittadini e no).

Veniamo ora alle riaperture.

A partire dal 19 aprile infatti le poche realtà che hanno subito restrizioni e chiusure fin dall'inizio della pandemia (cinema, teatro praticamente ininterrottamente, palestre, ristoranti, piscine e simili, a singhiozzo) potranno riaprire. Il Governo Federale si dichiara consapevole del rischio ma dichiara anche che la decisione è presa su presupposti tecnici e non politici. 

Innanzitutto i vaccini: il 50% della popolazione ultra ottantenne è già stata vaccinata e le campagne vaccinali proseguono a ritmi importanti e costanti, con sistemi informatici che funzionano e Governi Cantonali che collaborano e non usano la situazione per propaganda politica. 

In secondo luogo la diffusione degli strumenti di autodiagnosi: prima di procedere all'annuncio del piano delle riaperture sono stati messi a disposizione di ogni iscritto al sistema sanitario confederale, gratuitamente, cinque tamponi rapidi al mese, ritirabili in ogni farmacia. Non si tratta certamente di uno strumento sicuro al 100% perché l'auto tamponatura non è un'operazione semplicissima ma la possibilità di autodiagnosi settimanale contribuisce a garantire un maggior controllo della trasmissibilità. Ciò che rende possibile a questa nazione un'operazione del genere è certamente il fatto di contare su una popolazione di poco superiore agli 8 milioni di soggetti. Ma, personalmente, non posso escludere che il senso civico generale dei soggetti faccia la sua parte di differenza: il tasso di evasione fiscale in Svizzera nel 2017 era dell'8% mentre in Italia, nel medesimo periodo le stime vanno dal 16 al 18% (al quale va sommata l'economia esentasse generata dalla criminalità organizzata). Inoltre, siccome a pensar male non si sbaglia, dice il detto, ho immaginato come e con che rapidità quei test, in molti posti d'Italia, sarebbero finiti in vendita online o dirottati agli amici degli amici, come avvenuto con le mascherine: i fatti di Opera sono solo l'ultima dimostrazione di quanto questo atteggiamento sia, purtroppo, pericolosamente diffuso anche tra chi ha, come incarico istituzionale, la responsabilità delle condizioni di salute della popolazione.

Per concludere però questo lungo chiarimento sulla situazione dei nostri vicini d'oltralpe si deve anche chiarire in che modo si articoleranno le riaperture.

Ecco cosa riportato sul sito ufficiale del Consiglio Federale.

Riapertura delle terrazze dei ristoranti

Il 19 aprile bar e ristoranti potranno riaprire le loro terrazze, a condizione che siano rispettate regole quali l’obbligo di consumare stando seduti e d’indossare la mascherina finché non arrivano le consumazioni, la limitazione a quattro ospiti al massimo per tavolo, l’obbligo di registrare i dati di contatto di tutti gli avventori e di mantenere una distanza di 1,5 metri fra i tavoli o di installare tra loro pareti divisorie. Le discoteche e i locali da ballo resteranno invece chiusi. Poiché con queste regole molte strutture della ristorazione non potranno coprire i costi d’esercizio, il settore gastronomico continuerà a fruire di aiuti finanziari.

Strutture accessibili al pubblico

Le strutture ricreative e del tempo libero potranno riaprire i loro spazi interni analogamente ai negozi e ai musei. Saranno così integralmente riaperti anche i giardini zoologici e botanici: nei locali al chiuso dovrà però sempre essere indossata la mascherina e mantenuta la distanza necessaria. Gli spazi interni dei centri wellness e balneari dovranno invece restare chiusi.

Manifestazioni in presenza di pubblico: 100 persone all’aperto, 50 al chiuso

Con determinate restrizioni, sono di nuovo consentite manifestazioni in presenza di pubblico. Il numero di spettatori è limitato a 100 persone all’aperto (p. es. partite di calcio o concerti open air) e a 50 al chiuso (p. es. in cinema, teatri, sale per concerti). Inoltre, il numero dei presenti, che dovranno stare seduti e indossare sempre la mascherina, non dev’essere superiore a un terzo dei posti disponibili. Tra uno spettatore e l’altro dev’essere mantenuta la distanza di 1,5 metri o lasciato libero un sedile. Sono vietate le consumazioni e sconsigliati gli intervalli durante gli spettacoli.

Altre manifestazioni: non più di 15 persone

Con la nuova fase di riapertura sono nuovamente possibili – oltre agli eventi privati e alle attività sportive e culturali già consentiti – anche altre manifestazioni con non più di 15 persone, quali le visite guidate nei musei, le riunioni dei membri di associazioni o altri eventi nel settore ricreativo e del tempo libero. Anche in questi casi è obbligatorio indossare la mascherina e mantenere la distanza.

Sport e cultura: consentite attività per adulti con fino a 15 persone

Le prescrizioni per le attività sportive e culturali sono allentate anche per gli adulti nel settore amatoriale, per singole persone e per i gruppi con fino a 15 persone. A queste condizioni sono nuovamente ammesse anche le competizioni. Per le attività all’aperto occorrerà indossare la mascherina o mantenere la distanza necessaria di 1,5 metri, mentre al chiuso sarà generalmente obbligatorio sia portare la mascherina che rispettare il distanziamento. Sono tuttavia previste deroghe per attività che non possono essere praticate indossando la mascherina, ad esempio gli allenamenti della resistenza in palestra o il canto in coro. Per questi casi sono previste regole di distanziamento più severe.

Continua a non essere permesso praticare sport con contatto fisico al chiuso; questi sport possono invece essere praticati all’aria aperta, a condizione che sia indossata la mascherina. Resta infine d’attualità la raccomandazione di spostare all’aperto le attività sportive e culturali e di sottoporsi a un test prima di svolgerle.

Insegnamento presenziale nelle scuole universitarie e nei corsi di formazione continua

Con determinate restrizioni, l’insegnamento presenziale è di nuovo consentito anche al di fuori della scuola dell’obbligo e del livello secondario II, cioè in particolare nelle scuole universitarie e nei corsi per adulti. La partecipazione è limitata a 50 persone e a un terzo della capienza dei locali e vanno rispettati l’obbligo della mascherina e del distanziamento.

Quindi, quando vi diranno che la Svizzera riapre tutto, saprete che cosa e come realmente la Svizzera riapre...

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