Colors: Yellow Color

 

di Stefano Dentice 

Un profondo spirito evocativo che suscita l’immagine di estasianti paesaggi sonori intrisi di un preziosissimo retaggio culturale. Una sensibile e toccante narrazione dal sapore ancestrale, ma rinverdita da un imprinting contemporaneo, volto a creare una sorta di anello di congiunzione fra passato e presente.

 

“Fake bloom” racconta la storia di Murray Bookchin, operaio, filosofo, anarchico, storico ambientalista, fondatore dell’ecologia sociale. La sua voce nel brano ci ricorda l’assurdo tentativo dell’uomo di dominare la natura, che inevitabilmente si scontra con la limitatezza delle risorse e con la crescente minaccia del climate change. Nel testo risuona l’eco della frustrazione e dell’angoscia per un equilibrio che appare ormai destinato a spezzarsi.

 

Riuscire ad essere sé stessi non è sempre facile. Ma dovrebbe esserlo, perché non c’è nulla di più naturale in questo. Non dovrebbero esserci approfondimenti, spiegazioni o analisi sul perché siamo fatti in un determinato modo, perché più se ne cerca il motivo più cadiamo in errore: siamo semplicemente quello che siamo.

«Ed è bellissimo così.» - Spiega Jaboni - «Imparare ad amarsi, a difendersi e a camminare a testa alta è l’arma vincente che ci fa risplendere ogni giorno, fieri delle nostre storie, fatte di sofferenze e conquiste.» “Heads up” è un inno a tutte quelle persone che la società etichetta come “diverse” con l’illusione di poterle racchiudere in categorie di pensiero. In una realtà in cui, nonostante la globalizzazione e la tecnologia ci inducono a pensare di essere tutti più vicini e più liberi di prima, ci accorgiamo spesso che, in realtà, i Diritti naturali dell’Uomo non sono sempre garantiti.

Jaboni scrive, quindi, un brano che si inquadra come un inno utile a ricordare ad ognuno la necessità di celebrare ciò che si è e di camminare fieri in una marcia che incede costante nel percorso della vita quotidiana. Siamo solo ciò che siamo, e non c’è nulla di più normale in questo anche se i filtri attraverso i quali la società ci porta a giudicare gli atri sono spesso capaci di operare una malsana selezione elitaria e inquadrare ciò che ci circonda all’interno di categorie prestabilite. Occorre tenere sempre gli occhi aperti quindi, affinché nessuno calpesti e metta in dubbio la nostra natura, perché è un valore troppo prezioso per essere gettato via.

Biografia Simone Laboni, in arte Jaboni, classe 1982, cantautore, interprete, architetto. Nato a Frosinone, si trasferisce a Roma all’età di 20 anni. Qui frequenta l’Accademia di musica Scarlatti, partecipa a diversi concorsi locali e nazionali, tra cui il Tour Music Fest nel 2017, anno in cui partecipa al Music Camp presso il CET di Mogol. Nel 2018 entra a far parte del coro romano gospel “All Over Gospel Choir” con il quale si esibisce nei teatri e palcoscenici della capitale. Lo stesso anno diventa membro del coro “Le Mani Avanti” diretto dal maestro Gabriele D’Angelo, con cui partecipa a diverse manifestazioni canore a Roma e in Italia, come il “Vokal Fest” all’Auditorium Parco della Musica. Con loro, durante il lockdown, partecipa alla realizzazione di una cover a cappella del brano di Des’ree “You gotta be” andato in onda su Rai1 nel programma “Musica che unisce”. Scrive testi in italiano e in inglese e collabora attivamente alla composizione di brani con la GIL produzioni, del produttore artistico Giorgio Lorito. Il 16 aprile 2021 esce il suo singolo di debutto “Love comes back to me” prodotto da Giorgio Lorito per Gil Produzioni. Il brano supera i 50k streams su Spotify e il videoclip viene trasmesso in anteprima su Sky Tg24 e in onda sugli schermi Telesia delle maggiori metro ed aeroporti italiani. Il 3 dicembre esce il secondo singolo “Endless Time”. Il videoclip del brano viene presentato in anteprima su Il Messaggero. Nel 2022, l’artista torna con “Heads up”, il suo terzo singolo rilasciato il 25 marzo.

 

 

Oggi parliamo di Radio Olbia. La prima web radio della città gallurese. Vediamo da dove nasce e chi sono i protagonisti di questo progetto. Antonello Asara, nel 1977,  a soli 14 anni e con una  passione infuocata inizia a muovere i primi passi come speaker su “Radio Costa Smeralda", con un programma che tratta la west coast music, un genere nuovo che nasce dal folk rock.

 

di Paola Cecchini

Dal 13 al 27 marzo il Museo Nazionale Rossini di Pesaro ospita ‘La Rossa da Rossini. Milva icona di stile per un’arte che cura’.
E’ una mostra che racchiude 30 abiti di scena che Milva ha indossato nel corso della sua splendida carriera, per lei realizzati da importanti stilisti tra cui Ferré, Versace e Armani.