Pericolo inflazione: le Banche Centrali affermano che è un fenomeno passeggero; c'è da fidarsi? Quali rischi corre l'investitore?
di Fiore Sansalone
Questo argomento a prima vista sembra lontano dagli interessi del risparmiatore privato ma, al contrario, le valutazioni e le conseguenti decisioni delle Banche Centrali, hanno delle ripercussioni concrete sull' inflazione e a cascata sui tassi di interesse. Pertanto incidono sul nostro benessere economico e influenzano le decisioni di spesa delle famiglie e delle imprese.
Intervistiamo oggi Piero Petrisano, ingegnere elettronico prestato alla finanza, Financial Advisor di lungo corso, visto che opera dal 1983, specialista nella consulenza e negli investimenti per la gestione del patrimonio delle famiglie.
- La FED (Banca centrale USA), nel proprio mandato ha due obiettivi: la massima occupazione ed un tasso di inflazione intorno al 2%.Cosa pensa dell'attività della FED in questo momento?
«Dopo diversi anni che hanno visto il tasso di inflazione vicino allo zero e per alcuni periodi addirittura negativo, ora l'inflazione medesima rialza la testa in maniera molto decisa e negli USA viaggia intorno al 6%. Molti sono preoccupati, sia nel mondo produttivo che in quello finanziario e si interrogano sulle attese future. Jerome Powell, il Presidente della FED, e altri componenti si affanna no a dire che l' aumento dell'inflazione è un fenomeno passeggero e che rientrerà presto verso l'obiettivo del 2%. Intanto la FED, nel timore di bloccare sul nascere la crescita dell'economia, continua a pompare liquidità nel Sistema economico, continuando gli acquisti di titoli sul mercato per la enorme cifra di 120 Miliardi di dollari al mese!».
- E allora, c'è da fidarsi, oppure ci aspetta una realtà diversa da quella che ci viene descritta?
«La FED, come anche la BCE ed altre Banche Centrali, in conseguenza della crisi economica dovuta alla pandemia, hanno messo in campo ingenti quantitativi di liquidità e mantenuto i tassi di interesse vicini allo zero, proprio per dare ossigeno all' economia. E sono riuscite nell' intento, visto che il mondo si è riavviato sul sentiero di una solida crescita. Ma ora devono sollevare il piede da questo "acceleratore" proprio per non fare decollare l' inflazione. Il dibattito è in corso tra i banchieri centrali per decidere quale sarà il momento migliore per diminuire e in seguito azzerare gli acquisti. La FED, ha annunciato che presto inizierà a diminuire gli acquisti».
- Ma sarà vero che questa fiammata dell'inflazione è destinata a rientrare?
«È una domanda cruciale, alla quale non è facile fare una risposta affidabile ma, nel tentativo di diradare la nebbia, cerchiamo qualche dato concreto. Una delle variabili più importanti che determina l'aumento dei prezzi alla produzione, e quindi quelli al consumo, è il costo delle materie prime, a partire dal Petrolio e Gas naturale, che sono alla base dei processi produttivi e anche dei trasporti, nonché delle necessità di autotrazione e mobilità e di riscaldamento delle abitazioni.
Ebbene, negli ultimi 12 mesi, il prezzo del Petrolio è aumentato dell'89% e quello del Gas naturale addirittura del 129%. In una intervista, Mohamed El-Erian, economista, presidente del Queens’ College di Cambridge , non usa giri di parole. "La Fed deve stare attenta, perché sull’inflazione rischia di perdere credibilità". Insomma, secondo questo autorevole economista, c'è da aspettarsi nel futuro prossimo una inflazione ben più alta del 2%».
- Quali sono gli effetti di un aumento dell'inflazione sui tassi di interesse?
«L' inflazione è la perdita di potere d' acquisto della moneta. Tutti coloro che si occupano di economia e di mercati finanziari sanno bene che l' inflazione agisce come una specie di lievito sui tassi di interesse. E ciò è abbastanza intuitivo. Ad esempio, se io mi attendo che tra 1 anno l' inflazione passerà dal 2% al 3% (che significa che i miei soldi si svaluteranno non del 2% ma del 3%), allora sui miei depositi, se prima chiedevo una remunerazione superiore al 2%, ora chiederò un tasso superiore al 3%. Pertanto ad un aumento dell'inflazione, segue un aumento dei TASSI di interesse».
- A questo punto sorge spontanea la domanda: quali sono gli effetti sui mercati finanziari?
«Certamente le variazioni attese sui tassi di interesse hanno in generale conseguenze rilevanti sui mercati finanziari. In particolare ne vengono impattati direttamente i mercati obbligazionari, che VIVONO di tassi di interesse. Attese di aumenti di questi ultimi consigliano di vendere per tempo, per riposizionarsi sui nuovi titoli con cedole più alte. Ma questo porta a cali dei prezzi delle obbligazioni in già in circolazione, che si traducono in PERDITE sul capitale per i loro possessori».
- Quali sono i settori obbligazionari più impattati da un aumento dei tassi di interesse?
«A fronte di un aumento dei tassi di interesse, è intuitivo capire che i titoli obbligazionari che subiscono i cali maggiori sono quelli a Tasso fisso e l' impatto è tanto più alto quanto più lunga è la Durata del titolo. Infatti, chi vuole vendere, per trovare un compratore, deve compensare il fatto che nel futuro avrà cedole più basse di quelli dei titoli di nuova emissione; pertanto è costretto a fare uno sconto sul prezzo, sconto che, a parità di tasso di interesse, è direttamente proporzionale alla durata».
- Quali sono i rischi per l'investitore?
«L'andamento dei tassi di interesse è influenzato da quello dei cicli economici; in generale, se le attese sono per una economia che cresce più velocemente, i tassi di interesse tendono ad aumentare, viceversa nel caso di decrescita o anche di rallentamento della crescita dell' economia. Venendo al caso nostro, visto che le attese per(almeno) i prossimi 2 anni sono di crescita sostenuta dell' economia, di conseguenza dovremmo aspettarci anche un aumento dei tassi di interesse a lungo termine.Ciò premesso, per i prossimi anni i possessori di titoli quali BTP lunghi e di altre obbligazioni a Tasso fisso e Lungo termine, devono aspettarsi cali delle quotazioni, anche molto pronunciati».
- Con uno scenario tanto delicato, cosa consiglia oggi ad un risparmiatore privato, che investe in obbligazioni?
«In generale, sconsiglio il fai da te, per il Risparmiatore privato. Investire sui mercati finanziari non è un gioco e non è tanto facile come forse tanti pensano. Per investire in maniera razionale occorre studiare e tenersi informati costantemente e soprattutto avere tante e tali informazioni e conoscenze tecniche da essere in grado di formulare delle previsioni future. Infatti, per investire bene, non è di molta utilità guardare il passato, ma è importante cercare di farsi una idea sugli andamenti futuri delle variabili economico/finanziarie e fare le giuste scelte, conseguenziali, per gli investimenti. Gli aspetti elencati fino ad ora, in genere, non sono bagaglio dell'investitore privato, ecco perché il consiglio è di rivolgersi ad un esperto di finanza e pianificazione degli investimenti. I vantaggi sono di due tipi; da una parte si evitano rischi inutili e dall'altra si colgono le opportunità migliori, elaborando un progetto che delinei un percorso razionale ed efficiente, che permetta di realizzare i propri obiettivi di vita».